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Aggiornato: 13 giugno 2025
Gli antichi compagni si separarono più amici di prima. Marzio tornò in camera al Conte, il quale, dopo avergli comandato certi servizietti, che quegli adempì con la solita diligenza, così prese a favellargli umanamente: Marzio; se io odio, ciò avviene perchè gli altri mi odiano; nè sopportare questa vita è lieve cosa, poichè, tranne te, tutti m'insidiano la vita, tutti agognano le mie sostanze.
Anco i Cappuccini ricondussero al canapo; tuttavia anche qui le notti vigilate, le discipline, il silenzio, i digiuni poco soccorso potevano portare alle angustie del cattolicismo: fin d'allora le vesti, la foggia del calzare, i capelli rasi, il salvatico che emanava da loro li facevano contennendi e vili: e poi quelli che più premeva riformare non erano i monaci bensì i componenti il clero secolare; nè parve mai consiglio buono spendere tempo e denaro in rassettare arnesi logori mentre puoi farli più acconci e nuovi. Degli uomini dell'Oratorio dello amore divino due, dispersi gli altri, rimasero uniti, Gaetano da Tiene, e Giampiero Caraffa; accordaronsi, perchè diversi d'indole; ciò sembra contradittorio, e non è, e pensandoci sopra ne troviamo la ragione in questo, che due uomini pari d'ingegno, e di talento vanno per una medesima strada dove quegli cammina con più risoluto passo, questi con orme più tarde, sicchè all'ultimo chi resta addietro si chiarisce inutile; mentre coloro, che procedono per diverso sentiero si prestano mutuo soccorso, uno si avvantaggia della opera dell'altro, si completano insieme: se entrambi nelle diverse, non però opposte vie, fanno lavoro di pregio uguale meglio che mai, se dispari non monta; imperciocchè uno aderendo all'altro riesce tutto a guadagno: gli uomini, i quali per diversi tramiti tendono al medesimo segno si accomodano fra loro come la guaina, e il coltello. Gaetano fu mite, Giampiero turbolento; quegli parlava rado e soave, questi copioso e veemente: entrambi tenevano ufficio autorevole, chè Gaetano fu Protonotaro partecipante, Giampiero vescovo di Chieti ed Arcivescovo di Brindisi, e li risegnarono per fondare l'ordine dei Teatini; oltre i tre voti consueti stabiliscono di non cercare elemosine, vivrebbero con quelle che sarieno state loro spontaneamente largite; non si astrinsero, almeno da prima, a foggia speciale di vesti, non a riti particolari; si conformerebbero a quelli dei paesi che avrebbero visitati; scopo loro instituire un seminario di preti secolari governato con ordini monastici; intendevano guadagnarsi i popoli con le missioni, coll'amministrare i sacramenti, con la cura degl'infermi. Da prima partorirono non lieve impressione comparendo su pei trivi, e per le piazze col berretto quadro in capo, roccetto e stola, a piè di un crocione, sopra un palco parato di panno nero predicando smaniosi terrori piuttosto che speranze, ed anzi di additare la via del paradiso spalancando davanti gli atterriti a due battenti le porte dello inferno: giovavano al popolo, ma di bene altro soccorso questo aveva mestiero; non erano a bastanza pugnaci; nello instituto non si trovarono ordinati a guerra, e nell'applicazione non penetravano profondo nel cuore del popolo nè con mani gagliarde a modo loro lo plasticavano. Nocque loro il partito di astenersi dall'accatto, onde in breve non poterono ammettere altre persone, che le provviste con maggiori o minori sostanze; di qui ricchezza, e superbia: e procedendo con simile tenore si venne al punto, che per entrare nell'ordine dei Teatini bisognò produrre le prove della nobilt
Zabakadak! lo zingaro! colui che vi nominò erede di tutte le sue sostanze morte e da morire! esclamò il visconte, passando dalla incredulit
Se per teorica del pugnale intendete il linguaggio di chi grida a una gente schiava, senza patria, senza bandiera che ne ombreggi la culla e la sepoltura: «Sorgete: morite o spegnete: voi non siete uomini, ma arnesi adoprati a beneplacito dello straniero; non siete popolo, ma razza diseredata di servi sprezzati quanto più guaîte; non siete Italiani, ma Israeliti, Paria, Iloti d'Europa; non avete nome, non battesimo di nazione, ma siete numero, vi rappresenta una cifra, e Francesco I descriveva con essa sfrontatamente le migliori anime nostre gementi, tormentate, schiacciate nelle segrete di Spielberg; primo, unico vostro debito è farvi uomini, cittadini; ogni educazione comincia da quello; nessun progresso può iniziarsi se non da chi è: sorgete dunque e siate; sorgete tremendi a quanti v'attraversano, in nome della forza brutale, le vie che la Provvidenza v'insegna: sorgete sublimemente feroci. Se i vostri oppressori vi hanno disarmato, create l'armi a combatterli: vi siano istrumenti di guerra i ferri delle vostre croci, i chiodi delle vostre officine, i ciottoli delle vostre vie, i pugnali che la lima può darvi. Conquistate colle insidie, colle sorprese, l'armi colle quali lo straniero vi toglie onore, sostanze, libert
In tanta ambascia, fra i mille tementi l'eccidio, palpitanti per i lor più cari, per le sostanze, per l'onore, non vi fu alcuno che osasse dire al popolo: O popolo, tu che hai creduto ai novelli Mosè, chiedi loro il miracolo di salvarti. Ove si ascondono eglino i tuoi Giosuè, i tuoi Gedeoni, i tuoi Jefte? ben io glieli avrei mostrati nascosti sotto le materasse e fra le botti nelle cantine.
«Dunque, pensò il conte, quella donna, per la quale il cavaliere dell'Isola era stato scacciato, morì presto! Ah perchè non tentò egli allora di ottenere il perdono di suo padre! Quante inquietudini si sarebbero evitate a donna Livia ed a me anche!» E rivolgendosi a Gabriella: Vostro padre non diceva nemmeno in qual paese fosse nato? Mai.... diceva essere un gentiluomo senza sostanze.
V'hanno sostanze semplici le quali fanno tutto, e l'uomo se ne piglia immeritamente il vanto, come se fosse lui l'inventore, il creatore delle sostanze stimolanti e delle deprimenti che un giorno a caso conobbe, nè tutte per bene, e che battezzò tutte con orribili nomi.
Qualche tempo dopo il suo arrivo nel monastero, Emilia ricevè una lettera dello zio Quesnel in risposta alla sua, e alle domande su' suoi beni, che egli aveva preteso amministrare nella di lei assenza. Erasi specialmente informata sull'affitto del castello della valle, che desiderava abitare, se le sue sostanze glie lo permettevano.
Innamorarsi, disse mio zio, chiudendo gli occhi ed alzando le spalle, sai bene che i gran signori si maritano senza conoscersi, guardano al nome ed alle sostanze e basta. Il conte Azzone di Montegaldo aveva tutte le qualit
Il profumo per le fumigazioni del santuario si componeva altresì di quattro sostanze aromatiche. La prima era il natáf gomma; la seconda lo scehhéled storace liquida; la terza la hhelbon
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