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Aggiornato: 9 giugno 2025


Guarda! Guarda com'è bello! La luce cede alle ombre della notte. Non puoi vedere le meraviglie degli ornamenti. Senti, che morbidezza contenta! È vivo, questo tappeto; quasi respira. Contiene i palpiti dei tessitori che lo formarono sognando di riposarvisi sopra. Ha la sofficit

Ma non fu così questa volta, ed il popolo, suscitato dai Volontari, non si contentò delle melliflue parole del chercuto, e ricominciò con pietre nei cristalli e scosse furiose al portone. La guardia straniera che, schierata nel cortile, si trovava pronta a far fuoco, alla terribile scossa, temendo cadesse in frantumi il portone, e sognando gi

Quando più vivamente erano occupati nelle delizie del loro pasto e in quelle dei castelli in aria che venivano sognando a gara, due picchi all'uscio d'entrata annunziarono un visitatore. Chi viene adesso a seccarci? disse con malavoglia impaziente la Rosina.

Dopo qualche giorno ancora non si parlavano più... lui più non si fermava a farle contemplare il mare ampio e il serto verdeggiante delle colline; lei più non lo faceva arrabbiare pel suo colore politico; ma, quando la fanciulla alzava gli occhi lentamente e li teneva fissi negli occhi di Giorgio, nell'azzurro profondo di quelle lunghe occhiate egli dimenticava tutto il passato in un'estasi nuova, sognando gioie serene, purissime.

La tua tenera bocca m'incatena tutta... Lascia ch'io sciolga il mio velo e meglio potrai carezzare, come tu voglia, la mia carne che è tua!... Nulla aspetto da Dio, dalle Stelle, poichè tu m'ami!... Ti sento... ti bacio, e le mie labbra s'addormono sognando fra le tue labbra, e mi restano per sempre nelle vene i tuoi baci... La mia voce.

E intanto preveniva nuove emozioni desiderando, sognando Venezia e i quadri del suo Tintoretto, sul quale aveva due anni prima scritto il suo prediletto dramma.

Un po' del mio cuore è rimasto da per tutto lungo la strada, e la mia memoria è popolata e rumorosa come un alveare.... Dov'è la casa che mi vide nascere, il tetto che riparò la mia culla, il focolare intorno al quale il mio spirito cominciava a destarsi, sognando di fantasmi e di eroi? Distrutta, lontano! Dove sono i fiori che l'amore falciava nella stagione felice?

Nacquero i figli dal suo bronzeo grembo di vincitrice, audaci come belve, liberi per radure e campi e selve, esperti in guadar fiumi al sole e al nembo. Crebbero come il grano su l’arista, in un fulgor di forza aspra e possente; e ognun lasciò la Madre, avidamente sognando il mondo per la sua conquista. Ella rimase presso il focolare sacro, traendo a l’alta rocca il fuso.

Ad ascoltarli er’ io del tutto fisso, quando ’l maestro mi disse: «Or pur mira, che per poco che teco non mi risso!». Quand’ io ’l senti’ a me parlar con ira, volsimi verso lui con tal vergogna, ch’ancor per la memoria mi si gira. Qual è colui che suo dannaggio sogna, che sognando desidera sognare, che quel ch’è, come non fosse, agogna,

Io m'addormentai, sognando di battaglie, di dee, di genii, d'Italia intiera risorta, e la sveglia, con cui il mio tromba avea petrificato il nemico nel giorno antecedente, mi destò colla piacevole notizia: che il nemico avea abbandonata Calatafimi.

Parola Del Giorno

emiliano

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