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Aggiornato: 29 giugno 2025
Che ne pensi, Sergio? chiedeva, mostrandomi il velluto o la seta. Molto bene, rispondevo. Ma no, ma no! ella esclamava, con un sorriso. Non si tratta di lodare; non ho ancora scelto. Credi che questa guarnizione?...
Un grosso volume di capelli castani le avvolgevano in nodi semplici ed eleganti la graziosa testolina; aveva due occhi nerissimi circondati da folte sopracciglia di seta; lo sguardo languido, la bocca piccolissima, ed allorquando si componeva al sorriso lasciava vedere denti di meravigliosa bianchezza; il colore del volto era quello della rosa bianca, che ti lascia sempre incerto se sia pallido o tinto di debole vermiglio; le scorgevi nel mento una leggiera pozzetta; l'avreste creduta l'impronta del dito del Creatore, allorquando, presala pel mento, si compiacque dell'opera sua.
L'indomani all'ora antelucana brulicavamo, secondo il costume, nella sala, bevendo il caffè e aspettando il generale. Il quale indi a poco comparve avvolto nel poncho e il fazzoletto di seta sulle spalle. Noi gli facevamo ala per seguirlo. In quel punto gli mosse incontro un gentiluomo sui cinquant'anni, cappello in mano. Il colonnello Paggi e i maggiori Gusmaroli e Stagnetti gli saltarono addosso come molossi, intimandogli a voce bassa ma concitata di ritirarsi, chè in quell'ora il generale aveva ben altro pel capo. Solevano codesti uffiziali tenere lontana da esso quanta più gente potevano per camparlo dalla noia delle petizioni o dei lunghi discorsi, e principalmente per un senso febbrile di esclusivo possesso della persona di lui, dimenticando che l'uomo del popolo e dittatore doveva ascoltare, conoscere, appagare quanti più gli fosse venuto fatto. Vedevano perfino di mal'occhio e con gelosa ansiet
Quanto al segreto, ero sicuro di custodirlo! Ma quanto al resto.... Che povera donna! Non ci credeva davvero!... Una povera donna non ha i mezzi di ravviluppare un bambino in tele finissimo, in drappi di seta.
Pochi momenti dopo io e Alessio, sollevando le cortine di seta rossa, lo vedemmo allontanarsi lungo il viale e Pietro che entrava allora per annunciarci che il desinare era pronto disse: Che uomo s'è fatto! Tu lo hai conosciuto, Pietro?
Così non poteva infilare quelle dita simili a salsicciotti nei guanti di seta, di camoscio, di capretto, poichè li faceva crepare su tutte le cuciture; invece portava i mezzi guanti di filo nero, quei mezzi guanti borghesi che servono a deformare la mano. Naturalmente miss Geraldina non andava mai al ballo, poichè sarebbe stato buffo, solamente l'immaginare quella massa in giro per un waltzer.
Ebbene?» replicò Marcaruffo, alzando il capo come per ismemorato, a guisa d'un baco da seta che dorme, e fissando in volto ad Alpinolo due occhi d'artificiosa storditaggine. Ma questi in atto imperativo e minaccioso afferrandogli il braccio, diceva: Sta su: l'ora è opportuna.
Nulla uguagliava l’insolenza e l’audacia di questa turpissima gente, attaccata come una lebbra alle grandi case, e vivente come ruffiani nelle osterie e nei luoghi infami. I lacchè portavano la spada, avevano abiti di velluto e di seta, si davano l’aria di gentiluomini ed imitavano tutti i vizii dei loro padroni, esagerandoli.
Ma la vittima prediletta del giovane aspirante alla deputazione, quello con cui egli si sfogava di più e più a lungo e più forte, era monsignor Meneguzzi, il "reverendo delle contesse". Monsignor Meneguzzi era un bel prete, pulito e roseo come una sposa, elegante, vestito mezzo di seta, col grosso cordone d'oro da cappellano della Croce Rossa, attorno al nicchio rotondo.
«E come era vestita la Regina? Di bianco?» No, non di bianco. «Era vestita di seta? O di pizzo nero?» Nancy non lo sapeva. Non aveva visto. «E che gioielli aveva?» Nancy non se ne poteva ricordare. «E l'aveva poi chiamata «Maest
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