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Aggiornato: 22 novembre 2025
Poi li vestiremo da turchi e li faremo sbarcar in casa di Sennia con dire che sia suo figlio e marito.... TRASILOGO. Questo a che effetto? SQUADRA.... Voi sapete che un che ha rubbato o fatto qualche mal'opra sta sempre in suspetto, e d'ogni cosa che si ragiona pensa che si dica di lui e pargli d'ora in ora vedersi il boia sopra le spalle....
Quando apersero, stava Olimpia avampata di foco in faccia e s'accomodava i capelli; e mi domandò di voi e, io dicendole che non l'avea vista se non io, giurò che, se diceva alcuna cosa di questo fatto, m'ucciderebbe: e però non ho voluto dir niente, avertete. SENNIA. Taci, vattene su e non cicalar a persona del mondo ve', se non che ti trarrò la lingua insin dalla gola, sai.
Come ella giunse, cominciò Sennia con belle parole a dirle che l'avea maritata, e pregandola ci consentisse e le desse quell'ultima consolazione che tanto tempo avea disiato da lei; percioché sapendo la ricchezza, il parentado e il valore di questo capitano, gli l'avea promessa da sua parte, tenendo per fermo che, come obediente figliuola che l'era stata sempre, non sarebbe stata contraria al voler suo.
Però per questa allegrezza faccisi grazia a quei presciutti che sono stati tanto tempo appiccati senza ragione; e per esser piú persone di nuovo aggionte, bisogna comprar piú robbe per lo banchetto e tener corte bandita. SENNIA. O Dio, ringraziato sii tu! non deve mai l'uomo sconfidarsi della tua grazia, ché sai meglio rimediare che noi sappiamo dimandare.
EUGENIO. Padre, forse questa non è la casa vostra e quella donna non è Sennia vostra moglie. TEODOSIO. Io l'ho ben riconosciuta. Ma questo giovane si será finto Eugenio. Sennia è amorevolissima, e il desiderio di veder suo figlio l'ará appannato di sorte gli occhi che l'ará occecati, e ce l'aranno aiutato i servi.
SQUADRA.... Prima impediremo che la cosa non passi piú inanzi di quello che è adesso; poi i nostri, estimati da Sennia verdadieri, potranno senza altro concedervi Olimpia per moglie; all'ultimo poco importa che si scopra l'inganno che ha sortito buon fine, ché será bisogno Sennia contentarsi di quello che, non contentandosi, non per questo non sará fatto....
Dimmi un poco: ti par cosa convenevole che tu, nato e allevato in casa mia e sempre ben trattato, m'abbi tradito nel modo che hai tu fatto? MASTICA. Io traditore? questo non si troverá mai. SENNIA. Portarmi un prosontuoso dinanzi, con dir che sia mio figlio per farlo adultero di mia figlia! MASTICA. Oh! che io perda l'appetito per dieci giorni e il gusto del vino se so nulla di ciò che dite.
BALIA.... Sennia intanto, la madre d'Olimpia, trattò matrimonio col capitan Trasilogo nostro vicino; e come quello che ne stava innamorato, s'accordò subito: talché s'inviò a chiamare Olimpia, ché fusse ritornata a Napoli.
MASTICA. Lasciatemi cenar prima, ché me n'uscirò domani. SENNIA. Ti lascierò fuor io. MASTICA solo. MASTICA. Oimè, l'uscio è serrato a chiave. Sia maladetta la mia sciocchezza a farmene cavar fuora senza mangiar prima! O padrona, o padrona! Oimè, perché non cavarmi gli occhi, perché non tagliarmi il naso e l'orecchie e non cacciarmi digiuno fuori?
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