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Aggiornato: 22 giugno 2025
In compenso voleva che ella gli facesse sentire qualche bella poesia del suo libro di lettura. Sedevano a un tavolino sulla terrazza, alla brezza viva del mare, e mentre la mamma preparava il tè, Sabinetta declamava il suo Metastasio e il suo Parzanese colle modulazioni d'una piccola artista.
I due amanti, raggiunta Bianca, recaronsi dal conte, e si misero a tavola sotto una pergola, ove sedevano i più venerandi vassalli, e tutti stettero allegri, tranne Emilia e Valancourt. Quando il conte tornò al castello, non invitò questi a seguirlo; egli prese dunque congedo da Emilia, e partì. La fanciulla, tornando in camera, pensò a lungo alla condotta di Valancourt ed all'accoglienza fattagli dal conte, ed in mezzo a queste riflessioni, obliò Dorotea. La mattina era gi
Sotto una quercia annosa, sulle vergini, verdeggianti zolle della foresta, sedevano i capi e con loro quelle preziose donne che la sorte come per incanto avea riunite così attraenti, così belle, spiranti gioia ed amore, diffondendo intorno un'atmosfera balsamica di paradiso. Oh!
Nelle prime sedie della platea sedevano li ottimati. Don Giovanni Ussorio primeggiava, bene curato nella persona, con magnifici calzoni a quadri bianchi e neri, con soprabito di castoro lucido, con alle dita e alla camicia una gran quantit
In un'altra sala si cantavano i vespri. Anche questa era addobbata, e scintillante di lampade. Il soffitto di essa non era piatto come quello dell'altra, ma bensì a piani sovrapposti e terminava in una cupola di forma bizzarra. I cantori sedevano nel coro, dietro al rabbino o primo cantore. Questi era vestito di un lungo abito nero, e portava in capo una berretta sacerdotale nera, molto alta, dalla quale scendevano ai due lati i lembi di un velo bianco. La semplicit
Era essa trascinata da focosi cavalli neri, condotta da servi vestiti con uno sfarzo eccessivo. Due donne di rara bellezza sedevano in quella carrozza. Vedendo Federico ed il suo amico, una di esse, la più giovane, ordinò ai servi di rattenere i cavalli, e volgendosi all'ufficiale: Conduco vostra moglie a visitare un mio vicino castello, gli disse sorridendo, lo vedete? sfidiamo il sole.
Al ben ordinato appartamento in via Durini, non veniva più la gente mitemente frivola che alla zia Carlotta piaceva. No. La casa era sempre piena di poeti. Poeti che restavano a pranzo, che suonavano il pianoforte, che parlavano sempre di sè stessi ad altissima voce e che trattavano lo zio Giacomo come se fosse il portinaio. Sedevano intorno a Nancy e le leggevano i loro versi.
Durante il lungo, tedioso viaggio in una carrozza vuota del treno accelerato, Nino affrontò le sue battaglie. Mise al posto vuoto rimpetto a sè la sua coscienza, e la guardò bene in faccia. Vicino a lui sedevano i desideri del suo cuore, che prendevano le sue parti. La sua coscienza aveva una faccia sporca che l'irritava.
Oh, conte Della Rocca, buon giorno! disse, e stese verso di lui la piccola mano affettata, arriva proprio a tempo per una tazza di thè! Aldo s'avanzò, passando davanti a quattro o cinque signore e a un vecchio, che sedevano intorno a lei, e si chinò a baciarle la mano. Ah, non doveva essere il segretario? Benissimo. Non era il segretario. Era il conte.
La sera medesima di quel dì che la famiglia di Vittore era tornata a casa, la Teresa e i figliuoli sedevano mestamente nella stanza paterna, come in luogo sacro. Avevano pregato insieme, e scambiavano alcune meste parole, ma senza piangere: sentivano, dopo la divota comune preghiera, una calma rassegnata, una consolazione che altra cosa al mondo non può dare.
Parola Del Giorno
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