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Alle sue amiche di Tarcento e di Tricesimo, colle quali di tratto in tratto si scambiavano qualche visita, non faceva che esaltare le virtù e la bont

Il venticello notturno alitava all'intorno, come per portar con le promesse, i giuramenti, che si scambiavano in quelle ore incantevoli i cuori appassionati. Mi amerai sempre? diceva l'uomo sommessamente, accostando il labbro all'orecchio della donna, a cui dava il braccio. Sempre! sempre! rispondeva la donna.

Era la notte del 20 settembre; l'ultima gente stava per rincasare. Improvvisamente giunse la notizia della resa di Roma. Fu uno scoppio, una vampa. Tutti corsero a casa per comunicare la buona novella; usci e finestre si aprivano, i dormienti destati di soprassalto si affacciavano alle vie, bianchi nelle camicie come fantasmi: si scambiavano parole, erompevano grida.

Il viaggio in carrozza si compì pure lentamente, poichè il cavallo si riaddormentava, ogni tanto: e quando era sveglio, andava con un trotterello affannoso di sciancato, facendo dei passetti corti corti. Nella carrozza Massimo e Luisa non scambiavano una parola: ma ella sentiva che l'ora precipitava e ogni tanto i suoi occhi si rivolgevano a quelli di Massimo, interrogando. Essa voleva sapere da lui una cosa, voleva sentirgli dare risposta alla domanda che le ferveva nell'anima, da quando erano andati soli, per le vie di Napoli, per mare, sotto la luna. E tacitamente, nell'ombra, con gli occhi, lo pregava di dirgliela, la parola; e lui intendeva la interrogazione continua, supplichevole, di quei cari occhi amorosi che volevano essere amati, niente altro, e si voltava in l

Nel Teatro l'eccitazione aumentava di istante in istante. La folla invadeva i corridoi. Tutti nei palchi restavano in piedi. Si scambiavano dialoghi ad alta voce da una parte all'altra del Teatro. Udito il colpo, poi le prime grida, la parola si ghiacciò sulle labbra di Antonietta; quindi essa cadde svenuta. Il contralto, impaurito, fuggì subito fra le quinte.

Quando mi furono dappresso, m'avvidi che si scambiavano delle occhiate d'intelligenza, e che ciascheduno aveva un sorriso o un sogghigno sulle labbra. Oh... quale sorpresa! esclamò il signor Nicola, il maestro Daniele da queste parti... a quest'ora.... Nessuna sorpresa... io risposi... perchè vedo che mi siete venuti incontro.

Nella camera dell'ammalata tutto taceva, nelle altre camere si camminava in punta di piedi e visi contristati si scambiavano occhiate più tristi ancora; il martello della porta era foderato di lana nella strada, avevano sparso la paglia, alcune visite erano state licenziate in fretta.

E come l'oppio, questa eccitazione del cervello la prostrava veramente e indeboliva i suoi nervi. Molte volte dopo d'aver scritto a sua madre che «si adoravanoAlberto entrava e non si scambiavano neppure un bacio; lui serenamente freddo, lei distratta, paralizzata nella realt

I popolani si aggiravano per le strade; si scambiavano cenni e parole misteriose, si adunavano in crocchi, si dividevano per ritrovarsi poco dopo in altri punti, e in mezzo a quel va e vieni spuntavano ad ora ad ora le figure sospette degli spioni, dei birri travestiti, che aguzzavano gli sguardi, tendevano le orecchie, notavano le fisonomie e gli andamenti; e ad ora ad ora qualche pattuglia di zuavi, qualche drappello di gendarmi passava per le strade, donde al loro avvicinarsi si erano dileguati i cittadini.

La madre, Clara Dolores, divisa dal conte Fabiano, voleva il figlio; il padre lo toglieva alla madre: Bruno stava ora con l'una, ora con l'altro; più spesso col padre, più volontieri con la madre; avvenivano liti, lavoravano avvocati, si scambiavano lettere e telegrammi e carta bollata per averlo.