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Aggiornato: 26 giugno 2025
Ecco le principali sue pubblicazioni: Storia e letteratura, con altri scritti; I martiri del 1866 e il maggiore Lombardi; Una corsa per l'Europa; La contessa e il banchiere; Un'estate in Sant'Andrea; Biografie e paesaggi; La libert
Attraversò anch'essa la strada dove, fingendo d'incontrarsi per caso, si salutarono...... Il barone, prima ancora che il ragioniere di casa consultasse i registri della convenienza, si mosse. Un gran buio sì fece a un tratto nel suo cervello e i numeri scritti col gesso scomparvero sul fondo della tavola nera.
E infatti il minor merito di tal genere di scritti non è certamente la muta, interiore discussione provocata durante la lettura; specialmente quando uno scrittore come il Rod, alle funzioni di critico d'arte, mescola con abilit
Certo qualcuno lo avrebbe compreso, compatito almeno: qualcuno gli avrebbe steso benevolmente la mano. Vere anime superiori esistevano nel mondo; aveva letto tanti libri dettati da un alto pensiero; scritti da uomini veramente liberi.
Aveva conosciuto Giuliano giovinetto, se non di persona, almeno di fama, ed aveva come tanti altri, riposte le sue speranze in lui. Era, dunque, naturale ch’egli salutasse, con vero entusiasmo, l’astro del nuovo imperatore, appena sorto sull’orizzonte, ed approvasse ed aiutasse, con tutta l’anima, la sua impresa di restaurazione ellenica. Ed è pur naturale che l’improvvisa caduta di tante speranze lo gittasse in una profonda desolazione. Di questi suoi sentimenti di gioia e di dolore Libanio ci lasciò l’eloquente espressione in sette discorsi, di cui quattro scritti durante il breve regno di Giuliano. Due di questi, il Saluto, pronunciato all’entrata di Giuliano in Antiochia, e l’altro All’imperatore console, scritto in occasione del consolato di Giuliano, sono inni di gioia per l’inaugurazione della nuova primavera ellenica, voluta dal geniale imperatore. Altri due di quei discorsi, l’Ambasciata e il Discorso dell’ira, sono destinati a riconciliare l’irritato Giuliano con la frivola e frondeuse Antiochia. Due altri, Il Lamento solitario e la Necrologia, sono gridi di dolore per la morte dell’eroe. La Necrologia è una vera storia di Giuliano. Il piangente Libanio narra lungamente tutta la vita dell’imperatore. È un documento fondamentale per chi voglia studiare Giuliano ed il suo tempo. Il discorso Della vendetta fu scritto sedici anni dopo la morte di Giuliano, e diretto all’imperatore Teodosio, quando questi fu chiamato da Graziano ad assumere l’impero d’Oriente. Libanio, completamente illuso sulle tendenze del giovane e sconosciuto Teodosio, lo eccita a vendicare Giuliano, come solo mezzo per indurre gli Dei a fermare il corso delle calamit
A Giovambatista Niccolini io dedicai il volume degli Scritti varii, e nel dedicarglielo lo salutai la migliore coscienza d'Italia; e tale fu, e tale si rimase, e si manterr
Nel ristampare questi due rapporti li rividi sulle trascrizioni dell'autografo fatte da me. Lo ristampò anche il Cusani. Come appare da questo elenco, gli scritti pubblicati sotto i numeri IV-XXII furono tratti dal Conciliatore.
Le fiamme del rogo che arsero Aonio, eccitarono lo zelo di Baronio ed i suoi annali della Chiesa ne risentono, perchè scritti alla loro luce.
Primo a servirsi della relazione del Verri fu il CUSANI, che nella sua Storia di Milano, vol. VII, p. 91 e segg. ne riferí lunghi estratti: essa fu poi pubblicata con molti errori e lacune nel vol. IV, pp. 445-507 dalle Lettere e scritti inediti di PIETRO e ALESSANDRO VERRI a cura di C. CASATI, Milano, Galli, 1879-81.
Ma che i tuoi antenati fossero scritti nel suo albergo, lo ha ben voluto ricordare. Ringrazialo della sua degnazione, come io l'ho ringraziato in tuo nome della sua sollecitudine per te. Hai fatto benissimo; rispose Aloise. Ma come poteva trovarsi iersera in casa Pedralbes, egli che non esce mai di casa senza.... sua moglie?
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