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Aggiornato: 28 maggio 2025


Fatta avea nota Filinor per quante ville e cittá passava in quel viaggio, e scritte sopra al foglio tutte quante le genti conosciute come saggio, sendo la cosa al mangiare importante ed al dormire, per aver vantaggio, ché, spesando ogni giorno la famiglia, avea danari da far poche miglia. Non è da dir se le sapeva tutte e se all'entrar l'aiuta l'eloquenza.

Ella sedette presso la tavola, di fronte a Loredana, la quale non sapeva che cosa dire e che cosa fare. Oh ecco il pianoforte! esclamò la Teobaldi. Lei suona il pianoforte? No, rispose la fanciulla. Peccato! Io suono e canto. Ah sono stata una cantante, modestia a parte, coi fiocchi; e compongo anche; ho delle romanze scritte da me. Tamagno ne ha cantata una l'anno scorso.

E quelle prime letterine tra il sentimentale e lo scherzoso, mezzo in francese, mezzo in italiano; scritte per lo più per ringraziare di qualche regaluccio, finivano sempre con una stretta di mano, coi saluti pel signor Daniele. «Bien des compliments a quel caro simpaticone,

Li quali versi stati a me mostrati poi piú tempo appresso, e veggendo loro avere avuto luogo per lo caso giá dimostrato, pensando le presenti cose per me scritte, comeché sepoltura non sieno corporale, ma sieno, come quella sarebbe stata, perpetue conservatrici della colui memoria; imaginai non essere sconvenevole quegli aggiugnere a queste cose.

Sulle due pareti laterali si leggevano scritte a grossi caratteri, da una parte, le parole: Dio ti vede! dall'altra: Penitenza, o Inferno! La parete di fondo era quasi tutta occupata da una amplissima porta, sul davanti della quale penzolava una corda greggia, e assai lurida, che serviva per tirare il campanello. Lina era ad un Convento di cappuccini.

Queste le manifestazioni comuni ed unanimi delle poesie stampate e delle poesie scritte d’allora: e molte devono essere state, se ancora tante oggidì ne avanzano. Appena poi la prima notizia della reazione trionfante in Napoli giungeva a noi, all’odio pei ribelli si associava il desiderio che nessun atto di clemenza venisse a temperare il rigore delle leggi contro di essi.

Il cav. d'Urfè con più di ragione condanna questa parte del poema; adducendone tre motivi; che i fatti degli antenati non dovevano essere ignoti ad Amedeo; che non v'ha ragione di far palesare da persona venuta dal Cielo le cose scritte nella memoria degli uomini; che non era quello il momento di trattenere Amedeo ad udire il racconto di S. Maurizio.

Egli non aveva leggi scritte: un mazzo di zolfanelli senza petrolio, come vedremo presto aveva fatto ragione d'ogni parto di certi famosi legislatori che hanno fatto del mondo una Babele.

«Ora io domando, chi mai può aver scritte queste parole.» «È ciò appunto che non si può sapere.» «Ma che cosa può essere?» «Forse una vendetta d'un nemico di Candiano.» «Chi sa?» «Ad ogni modo ci convien stare all'erta.» «Faremo chiamare qualcuno de' nostri: come chiamarli?» «Non importa: stasera parlerò all'Apostolo Malumbra; egli mi sapr

Il mondo è libro dove il senno eterno Scrisse i proprii concetti.... Fra TOMMASO CAMPANELLA. Poesie scritte da lui durante la ventisettenne sua prigionia.

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