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«Questa parola, se non l'avesse pronunciata l'ammiraglio, avrebbe fatto uscire questa spada dal suo fodero.» «Sta quieto, mio prode, a miei tempi il milanese Battista Mandello dava lezioni di scherma in arsenale, e fece ottimi scolari. Vorrei sapere se i giovani d'oggidì valgono i giovani d'una volta

Intanto il professore passava la giornata a desiderare la riapertura della scuola. Il signor Bartolommeo era anch'egli un po' brontolone come la signora Bettina, si lagnava del Governo, del Consiglio provinciale, del Municipio, del Preside, dei professori, del cancelliere, degli scolari.

A quella buona giornata tenne dietro una notte tranquilla, e al mattino mi svegliai col dolce presagio di giorni migliori. I miei scolari mi trovarono ilare, indulgente, e ne approfittarono subito mostrandosi indisciplinati e tumultuosi. Ma quando il cuore è contento anche le scabrosit

Suo figlio, in quello stesso momento, carambolava allegramente sul prediletto bigliardo, mentre il suo professore si sforzava a dimostrare agli scolari, che «la coltura d’una nazione è la più sicura garanzia della sua libert

Il giovane a cui erano presentati in quella forma gli scolari di mastro Jacopo, li salutò con un cenno grazioso del capo, indi soggiunse: Saremo amici, io spero. A voi, lasagnoni, ripigliò maestro Jacopo, salutate Spinello Spinelli, l'autore dei tocchi in penna che avete veduti poco fa. È un ragazzo che, se non si svia per cammino, far

Quando la colpa esigeva maggior pena, c’era il pubblico esempio: tutti gli scolari di tutte le classi, in un atrio, messi in quadrato, assistevano al cavallo come i soldati d’oggi alla degradazione d’un loro camerata indegno. Il Buon Pastore era l’istituto scolastico dove la mitezza era bandita; i regolamenti, in tutto il significato, eran disumani.

, ripigliò mastro Jacopo, rammento una disputa curiosa che è avvenuta tra i miei riveriti scolari. Parri della Quercia sosteneva che il ritratto della mia figliuola era un'impresa difficile, anzi addirittura impossibile, perchè Fiordalisa ci ha un'aria mutevole. Intendeva dire che il suo viso muta aspetto ed espressione ad ogni tratto.

Fu questo il commiato di mastro Jacopo di Casentino ai suoi degni scolari, Angiolino Lorenzetti, detto il Chiacchiera, Lippo del Calzaiolo e Cristofano Granacci.

Ella tirò alla pistola e tinse di nero i baffetti biondi di Adriano. Essi uscirono in seguito, e corsero Parigi ed i dintorni, spassandosi come fanciulli e scolari. Alle sette della sera, pranzarono ai Provençaux, in un gabinetto particolare. Poi entrarono in una baignoire, al teatro del Palais Royal. Tra le undici e mezzanotte, Vitaliana rientrò sola al palazzo.

E non si fan solo corridas di tori l'estate, lo spettacolo è sempre uguale. L'inverno, nel circo di Madrid, ogni domenica c'è rappresentazione; non sono quei tori belli e focosi dell'estate, non sono i grandi artisti che la Spagna ammira; son torelli di picciola mole e di piccolo animo, sono toreros non ancora provetti nell'arte; ma c'è spettacolo a ogni modo, e benchè non ci vada il Re, il fiore della cittadinanza, come alle corse d'estate, il circo è sempre pieno di gente. Si sparge poco sangue, non si uccidono che due tori, si chiude lo spettacolo con dei fuochi d'artifizio; è un divertimento, come dicono con disprezzo i torofili appassionati, da serve e da bambini. Ma v'è un episodio, negli spettacoli d'inverno, che diverte assai. Quando i toreros hanno ucciso i toros de muerte, l'arena rimane a disposizione dei dilettanti; da tutte le parti ci salta dentro gente; in un minuto v'è un centinaio di operai, di scolari, di monelli, chi con un mantello in mano, chi con uno scialle, chi con un cencio qualunque, affollati a destra e a sinistra del toril, pronti a ricevere il toro. La porta s'apre, un toro colle corna fasciate si slancia nell'arena, e comincia un parapiglia da non potersi descrivere; la folla lo circonda, lo insegue, lo tira di qua e di l