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Aggiornato: 29 giugno 2025
Sfugge solo di notte, in una chiatta, alla vigilanza della squadra, raggiunge la Maddalena, approda in una barca di pescatori in Sardegna, arriva ignorato a Livorno e a Firenze, vola nello Stato romano, vince i pontifici a Monterotondo, s'impadronisce di Viterbo, di Frosinone, di Velletri, e marcia su Roma.
E que' rispuose: fu frate Gomita ¶ Frate Gomita fu alcuno di Sardegna, vicario e fattore del giudice Nino di Galura, il quale, avendo di suo donno cioè di suo signore, alquanti nemici presi, per certa quantit
Giuliano detto addio a Rocco, s'era trovato solo, in parte dove niuno faceva guardia al rigagnolo, che partiva le terre del Re di Sardegna, da quelle della repubblica Genovese. Non gli rimanevano a fare che pochi passi, e poi avesse avuto dietro di sè tutta la cavalleria, che lungo la vallata della Bormida, pasceva i cavalli ungheresi coll'erbe di quei poveri montanari; egli si sarebbe potuto volgere dall'altra sponda, a riderle in faccia; sicuro come a essere a Genova in casa al Doge. Sino a quell'ora, la neutralit
S'io fossi il cintrago, il banditore medioevale di Genova, da ogni legno che venisse di Sardegna con sale, ne riscoterei mine tre: e mine tre o mine una di grano da ogni legno che tornasse di Corsica, oppure de Maritima et Romania. E poi marabottini d'oro dalle galee che andassero in corso al di l
Ritornando a Milano dopo così lungo spazio dì tempo, il mio primo pensiero fu per Clelia e Raimondo. Due volte soltanto io avevo avuto loro notizie; l'una per lettera nei primi giorni che io mi trovavo in Sardegna, e l'altra ad intervallo di qualche mese da un giovine signore lombardo, venuto in Sardegna per diporto, che io incontrai nelle mie escursioni artistiche.
Ora la marchesa di G..., cui don Marco aveva raccomandato Giuliano, sin dal primo anno della sua andata a Torino; era di quei tempi, dama d'altissimo conto, in corte ai reali di Sardegna. Nelle due valli della Bormida, la si stimava onnipotente: e perchè vi veniva ogni anno a villeggiare, ora in quello ora in questo de' suoi molti poderi, conosceva per quei borghi i primi casati.
Tutti in compagnia dell'Austria, loro naturale sostegno, studiarono di opporsi al torrente delle nuove idee. Il re di Piemonte cercò d'impedire il passo delle Alpi ai repubblicani francesi: vinto e minacciato anche dal popolo, fuggì in Sardegna; il papa fu fatto prigioniero e il re di Napoli riparò in Sicilia.
A questa lettera succedeva una lacuna di quattro anni, che Lorenzo non poteva colmare, digiuno com'era della cronaca genovese di que' tempi. Aloise, soltanto, colle sue memorie di casa alla mano, avrebbe potuto dirgli che un anno di poi il giovine Montalto aveva ottenuto, mercè le poderose attinenze del fratello a Torino, di tornare senza pericolo nei felicissimi Stati del re di Sardegna, e che nell'autunno del 1836 era in Genova, stanco, malinconico, infastidito, rifuggente da ogni compagnia, sebbene da molti desiderato, segnatamente dalle donne, alle quali era argomento di curiosit
«Vogliate, sig. Colonnello, far noti questi miei sentimenti ai vostri Zuavi». L'Imperatore Napoleone, desideroso di mostrare la sua ammirazione pel cavalleresco alleato e di soddisfare il voto dei Zuavi, decise che il Re di Sardegna sarebbe pregato di volere accettare i cannoni. E così fu infatti. Ma un altro regalo di non minor gradimento pel Re doveva venirgli dai bravi Zuavi.
Pretesa esorbitante, sia pure; ma a chi la colpa? A Carlomagno che aveva cosí fondato l'imperio, all'imperio cosí fondato; 5^o finalmente, quella che altri chiama perfezione e noi chiamiamo confusione, caos feodale, aveva da per tutto sottoposti molti feudi laici a questa o quella chiesa vescovile od abbazia, e n'aveva sottoposti tanto piú alla chiesa somma romana: parecchi ducati longobardi e normanni a mezzodí d'Italia, Sardegna, Corsica, alcuni regni spagnuoli, e via via.
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