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Veniva, forse dalla collina d’Orlando, il profumo dei limoni, così possente e così dolce e così sottilmente instigatore. Forse dai giardini di Scalia originavano i profumi delle rose, i profumi zuccherini che davano all’aria il sapore d’un’essenza aromale. Montavano forse dal padùle della Farnia le fragranze umide dei gigli fiorentini, che respirate deliziavano come un sorso d’acqua.

Alle osterie dove lo aspettavano i suoi balestrieri, beveva volentieri come un altro Passano. Amava classicamente il vino, pel colore, ancor più che non lo amasse pel sapore, quantunque al sapore non diniegasse giustizia. Al vino avrebbe fatto un inno in versi, se avesse avuto tempo, perchè in gioventù era stato poeta anche lui. Non potendo in versi, glielo faceva in prosa.

Uno di questi capponi fu lessato pel pranzo, e venne servito stracotto; le carni si distaccavano dalle ossa, in un brodo lungo, senza sapore. Il pesce fritto perdeva il sangue sul piatto.

Non sapete, miei poveri piccini, ciò che è il tabacco, il tabacco col quale sono fatti quei sigaracci scuri, il cui odore produce le nausee, che hanno un sapore amaro, e macchiano di giallo la punta delle dita? Non lo sapete? Ve lo dirò io, ve lo dirò, perchè vi voglio bene e desidero che sappiate la verit

È un liquido incolore o appena gialletto, sciropposo, di sapore dolciastro-piccante; rifrange la luce epperò appare molto chiaro e rilucente; non evapora, ma assorbe dall'aria il vapore d'acqua; è solubile nell'acqua e nell'alcool, ma non, nell'etere, nel cloroformio e negli olii essenziali. È neutra di reazione. § 2° Idrati di carbonio.

Unde odiano quel che debbono avere in reverenzia, e, come superbi, vogliono giudicare gli occulti miei giudizi, e' quali sonno tucti dricti. Ma essi fanno come il cieco, che col tacto della mano, o alcuna volta col sapore del gusto, e quando col suono della voce, vorrá giudicare in bene e in male, secondo el suo basso, infermo e picciolo sapere.

Aveva in bocca il sapore di quel fango al quale s'abbeverano gli umani, di quel fango che è tutta la vita, e un'arsura insaziata le bruciava le vene, come avesse ingoiato un fuoco liquido....

Alessandro aderì a questo tacito invito, si sedette, bevve di quell’acqua che trovò di un sapore delizioso, fece tuffare in essa alcuni pesci salati di cui era provvisto, e sentì che mandavano una fragranza soave. Fortemente maravigliato, gli balenò in mente il desiderio di cercare il paese fortunato da cui quel ruscello traeva la sorgente.

Il beato Enrico Susone si sente quasi saltare il cuore fuori dal petto al solo pronunziare quel dolce nome; il beato Giuseppe da Copertino, appena ne vede le immagini, esce dai sensi, si solleva da terra fino all'altezza del quadro da cui è stato rapito in estasi; il vescovo Marsilio sente in bocca un sapore più dolce del miele pronunziando quel santo nome; San Francesco di Solanes, quasi impazzito, suona e canta le serenate alla diletta Signora; Francesco Binanzio, Battista Archinto e Agostino d'Espinosa si tatuano quel nome su le carni.

Un avvocato avendo fatto una fortissima indigestione di formaggio trovava il sapore e l'odore di questo in tutte le vivande che gli si portavano, e per ben sei mesi non mangiò altro che mele e frumento alla stato naturale. Però dopo una fortissima flussione di stomaco, e ricuperata la salute, si trovò libero da questa aberrazione.