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Aggiornato: 29 luglio 2025


PSEUDONIMO. Se la balia fosse viva, sarei certissimo che mi conoscerebbe e sarebbe buon testimone della mia veritá. PEDANTE. La balia è viva; e curriculo l'andrò a chiamare. PSEUDONIMO. Ma ditemi, di grazia, come Aurelia mia venne in poter vostro? PEDANTE. La balia, fuggendo da Napoli, venne a Salerno ad alloggiar vicino alla mia casa.

Diremo che molto tempo prima voi ci avete fatto l'amore e godutala. DON FLAMINIO. La sua fama ci è contraria, perché è tenuta la piú onesta e onorata giovane che sia in Salerno. PANIMBOLO. Un poco di vero mescolato con la bugia fa creder tutta la bugia. Aggiungeremo che la povertá sia stata cagione della sua disonestá.

Il principe di Salerno comandava non fossero molestati; perocchè per privilegio di re Carlo erano stati francati da tutte le collette e sovvenzioni, pel passaggio contro la ribelle isola di Sicilia. Ibid., fog., 19, a t. Diploma dato di Melfi a 8 marzo duodecima Ind. , pel quale furon cedute a un condottiere, pei suoi stipendi, once 400 su le sovvenzioni generali dovute da alcune terre.

Rimasi io sola con questa bambina in casa; io per non incorrere nella medesima sciagura, la portai meco a Salerno, patria mia.

Ma egli mi fa star l'animo non so come suspetto, per esser stato avisato che non attende agli studi altrimente ma si sia dato agli amori; e questa mattina giongendo in Salerno mi fu detto che allora era partito per Napoli.

Ecco il padre e i principali della cittá che vengono incontro per ricevervi con molt'amorevolezza; ma troveranno in voi tutto il contrario. EUFRANONE. Caro signore, siate il benvenuto, per mille volte molto desiato dalla sposa e da' principali di Salerno! DON IGNAZIO. Io vengo con voluntá assai diversa da quel che pensi: stimi che venghi a sposar tua figlia ed io vengo a rifiutarla.

Egli venne in mezzo al salone, e dopo aver salutati i baroni da prima con grazioso piegare di testa, e con maggiore sussiego il cancelliero, che immobile gli aveva fermo l'occhio addosso, fece ancora un passo verso il principe di Salerno e parlò: Messer principe, la nostra missione, sebbene per avventura riguardasse voi più direttamente, si diresse a papa Alessandro, onde le nostre preghiere vi tornassero meno sgradevoli.

Riseppersi innanzi la morte di papa Niccolò gli appresti del re d'Aragona. Era nei porti suoi e di Majorca una fervid'opra a costruire, a spalmar galee e navi da trasporto; fabbricar armi; adunar vittuaglie: scriveansi i marinai; si prometteano stipendi per un anno a chi militar volesse a cavallo o a pie': talchè per quanto Piero si studiasse a far chetamente, il romore s'udiva da lungi. Onde i Mori di Spagna e d'Affrica, avvezzi a questi aragonesi assalti, affortificavansi alla meglio; stavan senza sospetto i cristiani principi: tra i quali Carlo assai per tempo avvisò aversi a guardare in questi domini italiani, e in Provenza; oppressa al paro, vicina alla Spagna, e dai Catalani osteggiata altre volte . Apparecchiava Carlo in questa stagione la detta impresa di Soria; ma non lasciò di munirsi in casa con forze navali, che guardasser le costiere; e in Sicilia aumentò oltre il doppio le provvedigioni delle regie fortezze . Intanto bramoso d'investigar l'animo dell'Aragonese, a Filippo di Francia ei scrisse: e questi per legati e lettere amichevolmente domandò a Pietro la cagion di tanto armamento; se contro infedeli, proffersegli aiuti d'uomini e danari. S'avvolse allora in ambagi lo Spagnuolo: non accennare al re di Francia per certo, a suoi collegati: a chi, vedrebbesi ai fatti: ma prima, nol saprebbe persona al mondo: ch'ei s'armava senz'aiuti di niuno, onde a niuno dovea spiacere il silenzio. Somiglianti risposte ebber da lui il re di Majorca fratel suo, quel di Castiglia, quel d'Inghilterra . Invano il ritentò più vivo Filippo, con mandargli anco moneta nel supposto dell'impresa contro i Mori . Onde il re di Sicilia incerto pur dello scopo, inviò in Provenza Carlo figliuol suo principe di Salerno, in voce ad adunare armati per l'impresa d'Oriente, in realt

TRASILOGO. Questa sera mi sposerò con Olimpia, che iersera me lo fe' intendere la madre; e tu sai bene come io sia morto e sbudellato per amor suo. SQUADRA. È pur contenta Olimpia, e quando venne di Salerno ne stava cosí ritrosa! TRASILOGO. Ella fingeva cosí per fare mona Onesta con la madre; ma ella si strugge e spasima per amor mio.

Aveva presso di chiamato Cuno, onde non passare al cospetto di Dio così sconfortato e deserto di ambo i figliuoli. Cuno si era recato per dare al padre la benedizione dei moribondi. La pietosa lettera di Goccelino arriva, li commove entrambi. Bonizone lo benedice e spira. E la ragazza? dimanda la principessa di Salerno. La ragazza di Bertradina fu salva da Bonizone.

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