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Aggiornato: 3 giugno 2025


Come ognun sa, Ruggero suo fratello sposata avea la bella Bradamante, la qual rimodernato avea il cervello e non è piú guerriera giostrante; ma pensa alla famiglia e fa duello col fattor, col castaldo e colla fante, e riflettendo all'avvenire e a' figli, tutta all'economia par che s'appigli.

Io trovo ne' romanzi di que' tempi certe avventure magre da pidocchi, e fatti da sbavigli, cosí scempi, di quei poeti, e lunghi un tirar d'occhi, che riformavan quegli antichi esempi di battaglie, di giostre e spade e stocchi; onde le genti che leggevan quelli erano imitator de' scrittorelli. Or vi conduco a Marfisa e a Ruggero.

Ed anche quei del Reggiano, messi a parte del disegno, incalzavano con le loro preghiere. Quella del matrimonio di Ruggero, infine, era una buonissima occasione per raccogliere insieme i due rami dei Guerri. Buonissima, in verit

Il cugino Ruggero non era meno felice della sposa; e sicuramente doveva esser felice, poichè aveva fatto un'ottima scelta. Buonissima famiglia, quei Campolonghi; ricchi, senza orgoglio di gente nuova, e assai benveduti in citt

«Parla la lingua della gran Patria tua» ha scritto Ruggero Bonghi. «Non senti come attraverso questa si sprigiona e si manifesta ogni idea della tua mente, ogni moto del tuo cuore? Nessuna lingua è più bella della tua. Nella tua lingua si rispecchia la storia della patria. Di secolo in secolo le generazioni, che hanno preceduto la tua, vi hanno deposto il loro animo e ve lo hanno trasmesso. Quando tu la parli nella purezza sua, tu vivrai non solo con patrioti che vivono, ma ancora con quelli altresì che hanno vissuto prima di te, e niente di forestiero ti penetrer

La tien don Guottibuossi per la mano, e promette gran cose all'impazzata: talor minaccia i cagnolin parecchi, che, al pianto urlando, intruonano gli orecchi. Ruggero a Carlo Magno la sventura narra, e soccorso al suo caso dimanda.

Ora i burattini stanno per entrare in iscena, e potremo vedere le più belle storie: Carlomagno e i paladini, Orlando, Medoro, Lancillotto, il mago Malagigi, il sultano Abdorrhaman, Melisandro, Ruggero, il re Marsilio e la regina Ginevra, eserciti intieri di Mori, di Saraceni, e assistere a terribili battaglie.

Quel giorno medesimo il cugino Ruggero partì dalle Vaie, calmo, tranquillo, sereno in apparenza, come era gi

Era costei di famiglia elevata, Marfisa detta, sorella a Ruggero, morta per me, basita, spasimata. Per dirvi tutto, io l'aveva nel zero, so dir come l'abbia sopportata, ché le puzzava il fiato ed era pazza, ed anche anche non molto ragazza.

Ed accordata e fatta la scrittura fu da Ruggero sempre rinculando; e Bradamante brusca in guardatura si fa sentir per casa borbottando. Don Guottibuossi a Marfisa paura e gran fatica e sudor va mostrando. Dicea Marfisa: E' l'avranno alla barba: e' de' bastar; questa cosa a me garba.

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