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Aggiornato: 3 giugno 2025


E lo toccò daddovero e lo fe' parere l'ippogrifo di Ruggero, quantunque e' non foss'altro che il modesto cavalluccio di san Francesco. Avea l'ali alle piante; saliva su per la collina, veloce come un ramarro, e non c'era pericolo che si voltasse indietro, per dare uno sguardo allo steccato di Pertica, e un saluto a quella baracca, nella quale aveva mangiato e bevuto per quattro.

Il conte Gino, da quella persona bene educata ch'egli era, non volle domandare perchè il signor Ruggero Guerri fosse partito dalle Vaie, e rimase con la sua curiosit

Quando il capitano di vascello Ruggero Carleoni, comandante della «Siracusa», ebbe finito di decifrare nella sala del Consiglio della nave il lungo dispaccio del ministro della Marina, chiuse il foglio in uno dei cassetti della scrivania, strappò e stracciò la pagina del taccuino dove aveva trascritto alcuni dei passi più importanti degli ordini telegrafici, e disse a Catenuti, il sott'ufficiale-segretario: Chiami subito il comandante in seconda.

Dicea Ruggero a Dodon: Tu di' bene, ma pochi la ragione ti daranno. Al popol piacion lor romanzi e scene; se fossi in te, non vorrei quest'affanno, perché t'acquisti un odio sulle schiene, e un giorno o l'altro ti lapideranno. Non si vuol sempre la ragion difendere: oh, gli è la bella cosa il mondo intendere!

La lettera era semplice, ma piena di garbo; faceva fede di buoni studi e prometteva una cara donnina, degna del cugino Ruggero e nata a bella posta per farlo felice.

Ma per allora, anche non intese in quel modo, le cortesie della cugina e di tutti i parenti delle Vaie erano molto gradite da Ruggero Guerri, e non meno dalla famiglia Campolonghi. E la conseguenza di tanto gradimento fu una argomentazione come questa: Se non possono gli sposi andare a Fiumalbo, per la stagione che sar

Mi han detto.... balbettò Ruggero. Ma in verit

Poi (perchè non dire anche questo?) ci sono gli uomini che parlano molto, e quei che parlano poco. Il cugino Ruggero apparteneva alla seconda categoria. Nella sua taciturnit

Quella volta, poi, era felice di mandarne un'altra più importante, sperando che i suoi buoni congiunti avrebbero veduto volentieri quella unione, che rispondeva a tutte le esigenze della famiglia, come a tutti i voti del suo cuore. Ne sono veramente felice! disse Fiordispina, poi ch'ebbe letto anche lei. È un bravo giovane, il nostro cugino Ruggero.

Con poca lingua e poca ortografia scrivea la storia di Carlo regnante, la qual fu poscia per tant'anni tema a' gran poeti, or è del mio poema. Seguendo con Ruggero il suo discorso, con voce grossa e da gran zelo acceso, disse: Rugger, tu mi chiedi un soccorso, che infinite persone hanno preteso; so come il costume sia trascorso ad una corruzion di tanto peso.

Parola Del Giorno

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