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Aggiornato: 3 maggio 2025
Dalle cime native il ghiaccio chiede Borea e lo muta in grandine funesta; Libeccio intanto del Tifone appresta L'arma a Scirocco che terribil riede. «Pel Simun, rugge, per le arene e il fuoco «Del genitor deserto, il giuro al cielo, «In fra le nevi porterò lo sgelo «E di Borea il mugghiar farassi fioco.
Magnanimo garzon l'angoscia vinse De l'aspre piaghe, e raccogliendo in seno I fuggitivi spirti un'asta strinse Col vigor de la man, che venia meno, Ottoman passa, ed ei l'acciar sospinse Nel ventre al corridor; pon sul terreno Tosto le piante il fier tiranno e rugge, Ma dal buon vincitor l'alma sen fugge.
Così sia, figlia; ma egli ci gira sempre dintorno come lione che rugge, epperò giova starci apparecchiati a sostenerne l'assalto. Volete, figlia mia, accostarvi al tribunale della penitenza? Io sono qui disposto ad ascoltarvi. Domani. Domani! E perchè vogliamo rimandare a domani quello che possiamo fare adesso? L'uomo è egli padrone del domani?
Allunga il braccio, e la temuta spada Interna fier ne la sinistra tempia, E spezza l'osso, e per sanguina strada Va nel cerebro, e tutto il cranio scempia; Forza è, che l'infelice a terra cada E del nemico i desiderj adempia; Or quì freme Megera, e 'n fier furore Rugge di rabbia e infellonisce il core.
Lucifero fu scellerato, ma grande ribelle: ardì muovere guerra al trono di Dio, e nella battaglia rimase fulminato; caduto sopra un mare di fuoco, quivi sta chiuso dentro la immensa sua ira; e quando rugge, dall'Etna, dal Vesuvio, dalla Ecla o dal Chirombaco prorompono fiumi di fuoco; e quando muta fianco, il mondo traballa come un ebbro, l'Oceano sparisce, e si sprofondano i regni.
Così confusa nè può far parola, Nè sa tacere, onde s'arrabbia e strugge; Alfine a gli occhi d'AMEDEO s'invola, E di lui vergognando ella sen fugge; Cerca piaggie romite, e quando è sola Versa dolor, come leon che rugge, E dal colmo veggendosi caduta De l'alte glorie sue, vita rifiuta.
Il cor, come rosata Conchiglia tolta ai ceruli misteri Dell'onda, emana un mistico frastuono, Che vien da un'invisibile e ritorna A una sponda invisibile, tra cui Non anco rugge la tempesta umana. E mi dicea come morì travolta Dalla sterile vita in un'angoscia D'oltraggiate speranze, invan stringendo Nella man l'ombra dei fuggenti sogni Fatti quasi rimorsi.
Il sorriso ed il pianto L'esistenza è una cinica fiumana Che a ignoto mar discende! Oggi a foschi burron passa daccanto, Tra i fior domani d'un giardin risplende Sotto i raggi dell'alba, ed alla sera Rugge fra i massi d'orrenda scogliera! Quand'io ti strappo, o breve cartolina, Sento una stretta al cuore; Sento la giovinezza che declina; Penso che l'uomo tutti i giorni muore! Luglio 1876.
Mandricardo di lui non fece meno, né più a Ruggier, né più a Marfisa nòce; ma, senza chieder loro o paci o tregue, e Rodomonte e Doralice segue. 132 Marfisa intanto si levò di terra, e tutta ardendo di disdegno e d'ira, credesi far la sua vendetta, ed erra; che troppo lungi il suo nimico mira. Ruggier, ch'aver tal fin vede la guerra, rugge come un leon, non che sospira.
Per cui sono quei frutti? La terra non cura saperlo: ella li presenta liberale a chiunque stende la mano per raccoglierli. Una spada di fuoco fu posta a guardia dell'Eden, e i padri peccatori ed i figli innocenti ne perderono la speranza della vista.... Se in voi non rugge ardimento di battaglia.... maledetto colui che mander
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