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Aggiornato: 24 giugno 2025
Il priore Liemaro, cancelliere di Rodolfo, la prese e lesse: « Ingolfo, Papa Cornardorum et Incornardorum di qualunque nazione e generazione siano o saranno, al diletto nostro figliuolo naturale ed illegittimo Rodolfo, duca di Svevia e sire di Arles e di Zurigo, salute con benedizione della mano sinistra.
Del resto, Rodolfo fu forse il migliore che s'avesse mai. E tutta questa germanica politica di casa d'Austria, ei la fondò e tramandò cosí bene, che rimase piú o meno quella di tutti i discendenti di lui, imperadori o non imperadori, per due secoli, fino a Massimiliano e Carlo V. Cosí questi non l'avesser lasciata, per tornare a quella delle due case ghibelline di Franconia e di Svevia!
Nei soli Scaligeri di Verona rimaneva qualche forza, qualche speranza, il primato della parte ghibellina, a cui i tedeschi non pensavano piú. Ché, morto Rodolfo nel 1292, e succedutogli a re de' romani Adolfo di Nassau, non iscese, non poté nulla in Italia.
Noi giuriamo di mantenere i patti di questi capitoli. Ci duole solo che essi ci siano pervenuti da voi, cui avevamo in conto di amico e di fedele, e che tal disinganno ci abbiano dato altresì Rodolfo, Bertoldo e Guelfo. Ora, potete partire.
Prendeva Bergamo; uccideva, prendeva o mutava conti e marchesi; e facevasi incoronar esso re d'Italia; a ragione, io direi, poiché era signor del re; era vero re, poiché sommo. Poi prendeva Ivrea, e moveva a Borgogna contro Rodolfo alleato di Guido; ma respinto di lá, e respinto o noiato d'Italia, tornava a Germania, mentre moriva Guido imperatore.
Allora si presentano al duca Rodolfo due araldi, dei quali uno annunzia: Monsignore Goffredo di Buglione, oratore del re Enrico. L'altro: Monsignor Baccelardo, oratore di papa Gregorio. Rodolfo fa inchino al papa dei becchi ed alla corte di lui, e va a ricevere i nuovi suoi ospiti. PROMET. Io mi rifiuto: Dite loro in breve io non lo voglio.
Di questo balzo meglio li atti e volti conoscerete voi di tutti quanti, che ne la lama giu` tra essi accolti. Colui che piu` siede alto e fa sembianti d'aver negletto cio` che far dovea, e che non move bocca a li altrui canti, Rodolfo imperador fu, che potea sanar le piaghe c'hanno Italia morta, si` che tardi per altri si ricrea.
Finalmente ei si decide e dichiara per Rodolfo; ed Arrigo aduna, all'incontro, i suoi a Brixen, e fa eleggere antipapa Ghiberto arcivescovo di Ravenna, uno de' piú scomunicati.
È accettato. E gl'insorti per tal modo sanno esporre di loro miserie, che i medesimi commissari imperiali si scuotono, dalla loro piegano, e convengono in deporre Enrico ed eleggere imperatore Rodolfo, di stirpe imperiale anch'esso, duca di Svevia e di Borgogna al di qua del Jura, con insegne e nome reale ad Arles, corte sovrana in Zurigo, prode nelle battaglie, savio nei consigli, liberale e gentile nel trattare, al re cognato.
Di questo balzo meglio li atti e volti conoscerete voi di tutti quanti, che ne la lama giu` tra essi accolti. Colui che piu` siede alto e fa sembianti d'aver negletto cio` che far dovea, e che non move bocca a li altrui canti, Rodolfo imperador fu, che potea sanar le piaghe c'hanno Italia morta, si` che tardi per altri si ricrea.
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