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Aggiornato: 21 maggio 2025
Intanto Ariberto, arcivescovo potentissimo di Milano, tronca i dubbi, e va a Germania a far omaggio a Corrado ed incoronarlo . Scende questi poco appresso , e con grand'oste muove contro a Pavia; ma trovatala forte, va a farsi incoronar a Monza, e poi prende cittá e castella, e viene a Ravenna, dove nasce nuova baruffa tra tedeschi e cittadini, torna a Milano, passa l'inverno in Ivrea.
Ma restano certi solamente undici nell'Austria, Foro Iulio, Treviso, Ceneda, Vicenza, Verona, Trento, Bergamo, Brescia, Parma, Piacenza e Regio; incerto il dodicesimo, Brescello o forse Mantova presa fin d'allora. In Neustria certi soltanto sei, Milano, Pavia, San Giulio nel lago d'Orta, Ivrea, Torino, Asti; incerti gli altri sei, Vercelli, Lumello, Acqui, Alba, Auriate, Bredulo.
Natale, superstizioso, pensava che suo padre era riapparso sulla faccia del mondo per comporre gli animi discordi, e lo disse; e le donne a commuoversi e ad abbracciarlo. L’indomani scese ad Ivrea e vi ordinò una bella colonna di serpentino portante nel mezzo una lastra d’ottone con suvvi inciso il nome di Daniele Lysbak e reggente una croce.
Lo stesso giorno il castello ebbe una visita: il cavaliere di Valesa, venuto a cavallo dalla sua terra di Montaldo presso Ivrea. Al primo vederlo, giovane sui ventotto anni, bello di viso, maschio ed asciutto di forme, elegantissimo, un secreto avvertimento mi disse: Eccolo.
Di tali acquedotti, miracoli di ardimento, ne rimangono molti in val d’Aosta. Da Châtillon o meglio da Ussel ne appaiono due egualmente maravigliosi, i quali tengono i due versanti della Val Tournanche: uno cinge la costa del monte verso Aosta; l’altro piega verso Ivrea. Il primo menava le acque a Nus, il secondo al villaggio di Saint-Vincent.
Una delle prime conoscenze fu la famiglia di Giacomo Naretti da Ivrea, che da parecchi anni vive in Abissinia, dove colla sua onest
Il giorno che giunse da Ivrea la colonna mortuaria del povero Daniele, dopo che l’ebbe collocata a suo posto e arrotonditovi ai piedi un bel cuscino di zolle fitte. Natale andò in casa a pigliarvi le donne e le menò seco al camposanto.
Prendeva Bergamo; uccideva, prendeva o mutava conti e marchesi; e facevasi incoronar esso re d'Italia; a ragione, io direi, poiché era signor del re; era vero re, poiché sommo. Poi prendeva Ivrea, e moveva a Borgogna contro Rodolfo alleato di Guido; ma respinto di lá, e respinto o noiato d'Italia, tornava a Germania, mentre moriva Guido imperatore.
E comandato congedar sue lance, va invece in corte a Milano, ad Abbiategrasso dove villeggiava il duca; non è ricevuto; freme, grida, risalta in sella, varca Ticino, varca Sesia, corre ad Ivrea, s'abbocca con Amedeo duca di Savoia, promuove una gran lega con Firenze giá assalita e Venezia minacciata dal Visconti, e pel San Bernardo e Germania viene a San Marco . La lega si fa; il Carmagnola n'è condottiero per Venezia . Prende Brescia e il paese all'intorno; è battuto poi a Gottolengo, ma sconfigge in una gran battaglia a Maclodio Niccolò Piccinino e Francesco Sforza, emuli giá, riuniti ora nel servigio del Visconti . Ma Carmagnola rilascia i prigioni.
Parola Del Giorno
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