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Aggiornato: 12 giugno 2025
Fu in questa posizione che trovommi in casa sua il curato di Sulzena. Mi rivolsi al suono dei suoi passi, mi rizzai, e gli mossi incontro. Egli si fermò, mi stese ambe le mani, e, prima ch'io trovassi una parola, mi disse: Quanto vi sono grato di non aver proseguito il vostro viaggio. Oh! non l'avrei perdonata a Baccio, se vi avesse lasciato partire.
Temetti di averlo annoiato col mio silenzio e gli rivolsi la parola. Egli non mi rispose che con un monosillabo inconcludente. Allora, poichè una corrente fresca aveva rotto improvvisamente l'aria, volli riprendere il mio velo ed Egli me lo cedette a stento, sempre senza parlare, con uno sguardo smarrito che non gli avevo mai visto.
Nell'uscire da quella sala, mi rivolsi, e vidi Charru
Così quel lume: ond’ io m’attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, e quinci e quindi stupefatto fui; ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso. Indi, a udire e a veder giocondo, giunse lo spirto al suo principio cose, ch’io non lo ’ntesi, sì parlò profondo;
Cosi` quel lume: ond'io m'attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, e quinci e quindi stupefatto fui; che' dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch'io pensai co' miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso. Indi, a udire e a veder giocondo, giunse lo spirto al suo principio cose, ch'io non lo 'ntesi, si` parlo` profondo;
A tanta vista io mi rivolsi, e stretto Tenere il fren non valsi a' miei desiri Sì, che da me rubella uscì dal petto L'anima tra gli affanni e tra i sospiri, E, come dir non so, provai diletto, E ne l'istesso tempo anco martiri, E pianti sparsi, e trasformai sembiante In gran pensieri ora arsa, ora tremante.
Addio a Giovanni con un cenno, e giù per il giardino, e giù per lo stradone, difilato dal rivenditor di giornali: una vil creatura che pel meschino utile che da me ritraeva mi professava una grande riconoscenza. Simile a un delinquente gli strisciai accanto e gli rivolsi, senza guardarlo in viso, l'obliqua dimanda che da un'ora mi fremeva sulle labbra.
Lo credo. Per qualche istante rimasi silenziosa, poi mi rivolsi piangendo a colui. Insensata! credevo di commoverlo; mi gettai a' suoi piedi: Riconducetemi a casa, esclamai; Dio vi benedir
A me quella secreta, amabil voce Più nella giovinezza non diè posa, Sì che sovente alla gettata Croce Rivolsi la pupilla timorosa; E sebben mi paresse incarco atroce, La riportai con esultanza ascosa, Rammentando mia infanzia, quella Chiesa, E quel Crisma, e la possa indi in me scesa. E qual fu lo splendor d'un altro giorno: Il giorno in cui di sè nutrimmi Iddio!
così la mia memoria si ricorda ch’io feci riguardando ne’ belli occhi onde a pigliarmi fece Amor la corda. E com’ io mi rivolsi e furon tocchi li miei da ciò che pare in quel volume, quandunque nel suo giro ben s’adocchi, un punto vidi che raggiava lume acuto sì, che ’l viso ch’elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume;
Parola Del Giorno
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