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Aggiornato: 12 giugno 2025
Io mi rivolsi a l’amoroso suono del mio conforto; e qual io allor vidi ne li occhi santi amor, qui l’abbandono: non perch’ io pur del mio parlar diffidi, ma per la mente che non può redire sovra sé tanto, s’altri non la guidi. Tanto poss’ io di quel punto ridire, che, rimirando lei, lo mio affetto libero fu da ogne altro disire,
Io mi rivolsi a l'amoroso suono del mio conforto; e qual io allor vidi ne li occhi santi amor, qui l'abbandono: non perch'io pur del mio parlar diffidi, ma per la mente che non puo` redire sovra se' tanto, s'altri non la guidi. Tanto poss'io di quel punto ridire, che, rimirando lei, lo mio affetto libero fu da ogne altro disire,
Io mi rivolsi dal mio destro lato per vedere in Beatrice il mio dovere, o per parlare o per atto, segnato; e vidi le sue luci tanto mere, tanto gioconde, che la sua sembianza vinceva li altri e l'ultimo solere. E come, per sentir piu` dilettanza bene operando, l'uom di giorno in giorno s'accorge che la sua virtute avanza,
Di sopra fiammeggiava il bello arnese piu` chiaro assai che luna per sereno di mezza notte nel suo mezzo mese. Io mi rivolsi d'ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose con vista carca di stupor non meno. Indi rendei l'aspetto a l'alte cose che si movieno incontr'a noi si` tardi, che foran vinte da novelle spose.
Io mi rivolsi a l’amoroso suono del mio conforto; e qual io allor vidi ne li occhi santi amor, qui l’abbandono: non perch’ io pur del mio parlar diffidi, ma per la mente che non può redire sovra sé tanto, s’altri non la guidi. Tanto poss’ io di quel punto ridire, che, rimirando lei, lo mio affetto libero fu da ogne altro disire,
Qui debbo ricordare un curioso incidente. Avevo tratto di tasca, per osservare Fumone, un cannocchiale guarnito in metallo lucido, quando per caso lo rivolsi su un giovanetto che stava sulla strada, a poca distanza da me. Il ragazzo gettò un grido e fuggì in preda allo spavento.
Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio menò costoro al doloroso passo!». Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?».
In cima allo scalone ascoltai un grido così feroce che mi rivolsi e temetti di avere alle terga il nominato: guardai e vidi madonna che, nuda, oscenissima e sanguinante, si rotolava giù di gradino in gradino... Accorsi, più che per odio a lei, per amore furioso della creatura che si teneva in seno!... forse gi
Guardai l'uscio, e vistolo chiuso e non socchiuso, rivolsi di nuovo gli occhi al tavolino... Era sparito anche il vasetto!
Questo accadde a me; e la cosa parendomi un po' strana, mi rivolsi a un vicino e gli domandai conto del lago sparito. Tutti i viaggiatori risero, e l'interrogato mi diede questa bizzarra risposta: Ce lo siamo bevuto. La storia di questo meraviglioso lavoro sarebbe un soggetto degno d'un poema.
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