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Aggiornato: 12 giugno 2025
Rimasto in piedi, appoggiato alla finestra prospiciente la terrazza, mi rivolsi a Lidia, dicendo con calma: Vi prego; se volete parlar voi per la prima.... Sì, rispose Lidia, parlerò io. S'accomodò meglio nella poltrona, guardando in faccia i suoi parenti.
e tutti e sette mi si dimostraro quanto son grandi e quanto son veloci e come sono in distante riparo. L’aiuola che ci fa tanto feroci, volgendom’ io con li etterni Gemelli, tutta m’apparve da’ colli a le foci; poscia rivolsi li occhi a li occhi belli. Paradiso · Canto XXIII Come l’augello, intra l’amate fronde, posato al nido de’ suoi dolci nati la notte che le cose ci nasconde,
Li occhi rivolsi al suon di questo motto, e vidile guardar per maraviglia pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto. <<Perche' l'animo tuo tanto s'impiglia>>, disse 'l maestro, <<che l'andare allenti? che ti fa cio` che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla gia` mai la cima per soffiar di venti;
Quando rispuosi, cominciai: <<Oh lasso, quanti dolci pensier, quanto disio meno` costoro al doloroso passo!>>. Poi mi rivolsi a loro e parla' io, e cominciai: <<Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d'i dolci sospiri, a che e come concedette Amore che conosceste i dubbiosi disiri?>>.
Così quel lume: ond’ io m’attesi a lui; poscia rivolsi a la mia donna il viso, e quinci e quindi stupefatto fui; ché dentro a li occhi suoi ardeva un riso tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo de la mia gloria e del mio paradiso. Indi, a udire e a veder giocondo, giunse lo spirto al suo principio cose, ch’io non lo ’ntesi, sì parlò profondo;
Per salvare almeno le apparenze, mi rivolsi indietro pian piano e, quando mi fui allontanato convenientemente, mi posi a cantarellare ad alta voce per metterlo sull'avviso della mia presenza. Egli mi richiamò per nome. Quando tornai da lui, s'era ricomposto, ma senza ombra di dissimulazione.
Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto a' miei poeti, e vidi che con riso udito avean l'ultimo costrutto; poi a la bella donna torna' il viso. Purgatorio: Canto XXIX Cantando come donna innamorata, continuo` col fin di sue parole: 'Beati quorum tecta sunt peccata!. E come ninfe che si givan sole per le salvatiche ombre, disiando qual di veder, qual di fuggir lo sole,
e tutti e sette mi si dimostraro quanto son grandi e quanto son veloci e come sono in distante riparo. L'aiuola che ci fa tanto feroci, volgendom'io con li etterni Gemelli, tutta m'apparve da' colli a le foci; poscia rivolsi li occhi a li occhi belli. Paradiso: Canto XXIII Come l'augello, intra l'amate fronde, posato al nido de' suoi dolci nati la notte che le cose ci nasconde,
A capo di una buona mezz'ora mi rivolsi sull'altro fianco e mi ripetei che bisognava pigliare una decisione e che se l'addio dell'amicizia mi era caro, assolutamente conveniva che io mi levassi di botto. Non ne feci nulla e filosofai meglio di Cicerone sull'amicizia; e poichè la filosofia conduce assai lontano, passò un'altra mezz'ora.
Li occhi rivolsi al suon di questo motto, e vidile guardar per maraviglia pur me, pur me, e 'l lume ch'era rotto. <<Perche' l'animo tuo tanto s'impiglia>>, disse 'l maestro, <<che l'andare allenti? che ti fa cio` che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla gia` mai la cima per soffiar di venti;
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