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Aggiornato: 11 giugno 2025


Mio zio si alzò in piedi, e fece un giro per la stanza, come se volesse acquetare l'animo esagitato, prima di rispondermi. Io pure m'ero alzato da sedere, e diritto in un angolo della stanza, rivolto verso il mio giudice, colle mani giunte e con voce commossa, andavo ripetendo queste parole: Abbia piet

Ella e lui, si voltavano indietro ad ogni passo, per guardare il loro bel nido, che splendeva di rincontro al sole, e andavano ripetendo a vicenda: «Torneremo? torneremo questa primavera. Oh come ci parr

Mi fe' sedere e volle assolutamente che io assaggiassi ancora di quel tal suo vinettino. Uscì e tornò colle bottiglie e si diede a giocar di cavaturaccioli, prima che io avessi avuto tempo di aprir bocca sempre ripetendo ufficiosamente fra i denti: Cospetto, cospetto, due ditini, due ditini. Versò, poi disse: Gi

Ti amo e ti odio!... le ruggì agli orecchi. Le rovesciò all'indietro il capo, appoggiò le sue labbra sulla fronte di lei e vi stampò un ardente bacio ripetendo con una voce che i singhiozzi soffocavano: Ti amo e ti odio!... Fathma, che ti aveva fatto io per tradirmi, per rendermi infelice, per piombarmi nella disperazione?

Quando c'era molta gente e il tabaccaio era in gran faccende, l'Errera entrava in bottega, guardava sul banco, nelle vetrine, dentro le scatole magari e crollava la testa, ripetendo malinconicamente: Non ce n'ha! E il Paglia stando sull'uscio: Ce n'ha? No: non ce n'ha.

E largheggiando, come suoleva, nella mercede, don Francesco si levò prontamente dintorno cotesto importuno scrutatore delle cose sue, che si allontanò strisciando come una serpe, e ripetendo col pugno pieno di moneta: Troppo generoso! sempre magnifico! Dio la mantenga sano, e verde.

E salì alcuni gradini, ripetendo con una lieve balbuzie:

E lungo le sue mura, il Battista, l’Iscariota e gli altri suoi fedeli discepoli andavano ripetendo:

« Almeno vivessi io tanto da vederla una volta! andava ripetendo l'infermo al cortese amico, che passava i giorni e le notti al suo fianco, studiandosi di consolarlo. Veder la contessa e poi morire, era il suo pensiero assiduo, incessante, e, diremo anzi, la sua agonìa.

Ripetendo con voce sussultante le parole della enfatica narratrice, l'Albani aveva ripreso, colle illusioni del passato, tutta la energia del suo temperamento giovanile. Quel lungo duetto di amore si chiuse con una cabaletta che il gusto musicale dell'epoca nostra ci impone di sopprimere.

Parola Del Giorno

dell’esule

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