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Aggiornato: 26 giugno 2025


Il maggiore dei fratelli Tangoloni de Lastafarda, che ci teneva molto a darsi l'aria del viveur consumato nelle orgie e nelle bische, mentre, invece, tutta la sua dissipazione si riduceva nella perdita di qualche partita al bigliardo od al tresette, lo prese sotto il braccio e lo accompagnò nel palchetto dei nobili, affettando con lui una dimestichezza da compagnone, e l'erre aristocratica.

Il Maestro della nave, Provenzale dal viso rubicondo e dai capelli ricciuti, era un piacevolone, finissimo intendente del vino, gran partigiano di quello di Sciampagna; del rimanente istruito a cantare sul liuto otto o dieci canzoni da taverna, e pratico di quanti giuramenti correvano in quei tempi per le bocche dei Fedeli: ma poichè laddove compariva quel viso severo di Carlo la gaia canzone cadeva in isvenimento, e la bestemmia peggio che mai, essendo il Conte religioso, o simulando esserlo, tutta la scienza del Maestro si riduceva a niente, ed egli stava col

La sua vita continuava in fatti, per così dire, a stringersi e diminuire da una parte e ad aumentare ed allargarsi dall'altra. La parte del lavoro materiale si riduceva ai minimi termini, quella dell'arte prendeva vaste proporzioni. Come viveva intanto? Bisognava pensare che egli fosse riuscito a far passare a poco a poco tutto il necessario nella categoria del superfluo.

Tutte le mattine alle quattro il generale esplorava la linea dei nostri avamposti. Esso percorreva l'immensa estensione in carrozza e sempre accompagnato da Basso: poi si riduceva al quartier generale da cui era ben raro che si muovesse durante la giornata. Il povero vecchio era torturato dai dolori attritici: ben di rado egli abbandonava le grucce, ma pure si vedeva sempre sorridere, sempre incoraggiare i soldati, beato di potere offrire anche una volta il suo braccio in difesa dei santi principii, di cui è sempre stato il più infaticabile apostolo e il più temuto sostegno. Ah!.. quanto ben differenti da lui erano certi arfasatti che si erano ficcati nello stato maggiore e pei quali chiunque è amico della verit

La mia corte alla bellissima signora si riduceva a lunghe insistenti occhiate in teatro, in chiesa, per le vie, dovunque la incontravo; a profonde scappellate, ricambiate da lei con lievi sorrisi che mi davano la lusinga d'una tacita accettazione, convinto com'ero che qualunque omaggio alla loro bellezza riesca gradito anche alle donne più oneste.

La chierica unius mediocris palmae dei Minimi allargavasi fino a limitare, nei Minori Conventuali, una corona di corti capelli, simbolo della corona di spine di G. C., e si riduceva alla misura d’una moneta di scudo d’argento nei monaci di S. Basilio e di S. Benedetto.

Che cos'era, a che si riduceva il piccolo conticino del cameriere, in paragone delle tremila lire del Facchinetti? E la Maddalena colle sue sfuriate, co' suoi «editti» gli parve più esagerata, più matta che mai. Tanto strepito per così poco! A buon conto peraltro si staccò da Giacomino: se Maddalena lo avesse visto così a braccetto del malvivente, stava fresco.

Poco importa sapere quale fosse la indole di Eugenio IV: molto si riduceva a conversare con Cosimo, che la storia bugiarda chiama padre della Patria; tuttavia sopra molti altri Papi vissuti prima e dopo di lui andò famoso per ispergiuro, e fedifrago: ignudo di aiuto, non sapendo come schermirsi da Francesco Sforza, e da Fortebraccio, si amica Francesco, e a patto che lo difenda gli d

Il lavoro sottile di questi scacchi li riduceva fragilissimi. All'urto che presero quando l'Americano li riversò sul tavolo, l'alfiere dei neri si ruppe. Peccato! disse Tom. È nulla, rispose l'altro; s'aggiusta subito.

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