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Così dicendo, Laurenti stette a guardare attentamente il giardiniere, che si faceva grave, sostenuto, come chi si appresta a fare un discorso di molto rilievo. Signor Laurenti, ho a dirle una cosa; ma non rida per carit

e quel tanto sonò ne le sue guance, ch’a pugnar per accender la fede de l’Evangelio fero scudo e lance. Ora si va con motti e con iscede a predicare, e pur che ben si rida, gonfia il cappuccio e più non si richiede.

e la miseria de l’avaro Mida, che seguì a la sua dimanda gorda, per la qual sempre convien che si rida. Del folle Ac

, illustrissimo; purchè Ella non rida della mia mano di scritto e dei miei errori d'italiano. Va l

A buon vederci: soffra e stia in riguardo. Poi se ne va sonniferoso e tardo. La dama va in furor, dietro gli grida, lo chiama dottorello ed ignorante; e perché son di femmina le strida, Stupefatto il dottor volse il sembiante. Guarda Ipalca nel viso, e par che rida, e disse: Questo è un musico e arrogante; e poi senz'altro dir scende le scale: Marfisa vuol scagliargli l'orinale.

e quel tanto sonò ne le sue guance, ch’a pugnar per accender la fede de l’Evangelio fero scudo e lance. Ora si va con motti e con iscede a predicare, e pur che ben si rida, gonfia il cappuccio e più non si richiede.

A suoi voti alfin deh rida Una sorte più serena, L'infelice assai la pena D'esser bella oh Dio pagò! O Italia, o Italia! Sorgi alle glorie; tu la reina sei del mondo, tu sei la figlia de' Cieli. Il tuo genio t'invita a contemplare in dolce estasi i secoli gareggiare coi secoli a far più vividi i tuoi splendori. Un mondo è il tuo regno; degne d'un mondo sieno le tue leggi.

Non saprei dire se l'Italia fornisse di questi academici primitivi. Il piú che si trovi preso da Carlomagno in Italia fu la musica corale, il canto fermo romano; di che istituí scuole in Francia, e in che, dicono, facessesi colá poco progresso. so s'io mi rida, o s'io abbia a dar vanto all'Italia di questo antichissimo primato della musica, il quale solo or ci resta.

Io così sento, e quindi appien m'affida Ogni defunto sugli altari alzato, Bench'altri al volgo me pareggi, e rida. E m'affida ogni tumulo illustrato Da indubitati segni, in cui ravviso Ch'ivi hann'ossa di martir riposato. Chè, se storia pur manca onde provviso Venga al desìo dei posteri, a me basta Nome d'ignoto assunto in paradiso.

Noi repetiam Pigmalion allotta, cui traditore e ladro e paricida fece la voglia sua de l'oro ghiotta; e la miseria de l'avaro Mida, che segui` a la sua dimanda gorda, per la qual sempre convien che si rida. Del folle Acan ciascun poi si ricorda, come furo` le spoglie, si` che l'ira di Iosue` qui par ch'ancor lo morda.