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Aggiornato: 28 maggio 2025
Vi piaccio dunque... mi amate di più? esclamò Renata correggendosi a tempo, e con una mano sapiente giuocando colla commenda che brillava sullo sparato tutto a pieghe e a ricami della camicia di Prospero. Lo vedete, Renata, non so-ono qui?!... Renata si guardò intorno con un rapido giro degli occhi. Nel buffet non c'era nessuno.
E in quanto alla separazione del duca d'Eleda e della baronessa Renata... fu una grave, una dolorosa separazione, specialmente per il duca. Oltre la perdita della donna, Prospero Anatolio aveva tutte le consuetudini da rompere e da rifare; si trovava sbilanciato, gettato fuori dell'orbita, privo del centro di rotazione, dove la sua vanit
72 Non voglio ch'in silenzio anco Renata di Francia, nuora di costei, rimagna, di Luigi il duodecimo re nata, e de l'eterna gloria di Bretagna. Ogni virtù ch'in donna mai sia stata, di poi che 'l fuoco scalda e l'acqua bagna, e gira intorno il cielo, insieme tutta per Renata adornar veggio ridutta.
Fatto il giro dell'appartamento, erano entrati insieme nel buffet, e Renata, dietro a una portiera, gli indicava la duchessa, in mezzo alla sala da ballo. Era appena finito un valzer: Maria, ancora ansante, colle guance leggermente colorite, era ammirata, circondata dal fior fiore della gioventù e dell'eleganza. Com'è bella!... No! Non dovete guardarla!
E Renata si strinse più forte al braccio del duca, piena di fascino e di grazia, fingendosi quasi paurosa, quasi mortificata da quel confronto. Voglio voi... Amo voi... le balbettò all'orecchio il duca d'Eleda.
Durante le quadriglie, la coppia del duca e della baronessa Renata era la più disattenta di tutte, e fece nascere confusioni disastrose nella grande chaîne e nei comandi
Renata non si può dire che rifiutasse il suo omaggio, questo no; ma le piaceva di farlo giocolare, come il micino che corre, salta, scatta, si contorce, fugge e ritorna affaticandoci per ghermire il gomitolo e, quando è lì lì per afferrarlo, uno strappo improvviso glielo porta lontano.
Del che, indispettito, voltò loro le spalle, pronunziando certi versetti d'improperio che corrono fin oggi per le bocche di quei terrazzani. Di ciò io non trovai monumento: pure la tradizione deve avere qualche fondamento . Ben è fuor di dubbio che Calvino, verso il 1535, visse sconosciuto alla corte di Ferrara presso la duchessa Renata di Francia, scolara sua di religione, e non pochi guadagnò.
Il vostro è un capriccio, gli diceva Renata appoggiandosi mollemente al braccio di Prospero. No! No! Per tutto ciò che ho di più sacro al mondo, vi giuro che vi amo, che non ragiono più. Ma... domani? Domani, come ieri, come oggi, co-come sempre! For ever? For ever. E vostra moglie? Mia moglie... Vi amo. Guardatela. È bella assai, vostra moglie...
E infatti fra le altre, e più delle altre, la baronessa Renata de Haute-Cour, che da vari mesi faceva delirare invano il povero Anatolio, aveva cominciato, dopo la venuta di Maria a Firenze, a mostrarsi con lui di una amabilit
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