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Aggiornato: 27 giugno 2025


Ella provò tutti li incanti su ’l forte animo dell’eroe per trattenerlo: cieca, una notte gli offerse la gioia delle sue membra e all’alba rimase ebra tra i guanciali, con la testa pendula fuori della sponda, con li occhi spenti, le braccia morte. Ma poi, quando file di dromedari e di camelli con i lunghi colli carichi di musici e di danzatrici portando doni discesero dalla reggia al mare, le navi dell’eroe gi

Giovi guardau da la sua reggia immensa La bella villa di Palagunia, Unni l’arti impietrisci, eterna e addensa L’aborti di bizzarra fantasia. «Viju, dissi, la mia insufficienza; Mostri n’escogitai quantu putia; Ma duvi tirminau la mia putenza, Dd

In tutti i del mio terreno esiglio Pregherò Dio che schiuda a te sua reggia, Se mai fuor ti legasse aspro vinciglio. Ma te gi

Ma la più dolce ricompensa, il premio più soave aspettavano costui alla Reggia, sulla gran balconata dalla quale stavano Sua Maest

Alle dieci e mezzo centinaia e centinaia di carrozze cominciavano ad arrivare davanti alla reggia di Vanderbilt e ne uscivano dame e cavalieri vestiti di ricchissimi costumi di tutte le epoche, dai colori smaglianti, carichi di gioielli, di collane, d'anelli preziosissimi. Man mano che giungevano, le coppie salivano il principesco scalone sovra il quale le statue e i busti di pietra di Caen guardavano in basso con quella stupida tranquillit

La reggia di Palermo e quella di Napoli non turbarono la mente sua, ed a Palermo e a Napoli egli aveva scelto una modesta cameretta, e dormiva in un letticciuolo non dissimile da quello nel quale ultimamente giaceva nella sua Caprera. Ed in tanta potenza egli non dimenticò gli amici, non i compagni de’ suoi primi anni, non i patrioti coi quali aveva comunanza di aspirazioni e di affetti.

Era bella la scena e stupendo il contrasto di questo ricevimento in una capanna di paglia, reggia del re dei re che con un cenno tutto può nel suo regno, misti alle sue mule e ai suoi cavalli, seduti a terra su dell'erba o dei tappeti europei, mangiando colle mani della carne cruda, ai piedi di un trono coperto con sete, damaschi, e ricami in argento, in presenza dei più grandi dignitari di Corte e del paese, frammischiati ad una massa di servi tutti quanti scalzi, tutti quanti coperti dal semplice scemma, spesso piuttosto sdruscito, sempre molto sudicio.

La reggia era un edificio stupendo; tutte le meraviglie, tutte le delizie, tutte le ricchezze dell'Oriente vi erano state accumulate a larga mano.

O luce, o sol, che per le vie supreme Corri tra' rai, d'ogni occhio almo desio; O scettri, onde gioir tanta ebbi speme, O reggia, o Colco, ecco io vi dico addio; Queste, ch'io fo son le parole estreme, Ch'omai fia ne gli abissi il parlar mio. disse, e traboccossi; il mare aperse Con un grave rimbombo, e si sommerse.

Io meco ho sposa, e me la diede Amore, E di più figli la mia reggia è lieta; Che si pareggi al tuo non ha valore, Ma non per tanto i miei desiri acqueta; Altra sposarne, o dare ad altra il core, Il Dio grande, ch'adoro il mi divieta; Ed ei de' falli altrui piglia vendetta, Però mi scusa, e mie ragioni accetta.

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