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Santo Iddio, che non si possa chiacchierare un poco in quiete, da buoni amici?... Via, raccontami qualche cosa. Non ho nulla da raccontare rispose di Reana alzandosi dispettosamente. Prese da uno scaffale un volume legato con rara eleganza, lo portò sulla tavola, e si mise a sfogliarlo. Era un de Musset in edizione di lusso, con le illustrazioni di Bida. Anche questo è un regalo? egli disse.

L'ha avuta ora questa malattia di gola, il signor di Reana? domandò lo zio alla nipote con una punta d'ironia. No, perchè? Perchè l'ultima volta che lo vidi da te fumava. Sar

Non a Mario Vergalli; a Guido di Reana, al complice del suo dolce peccato, avrebb'ella scritto per comunicargli ciò ch'egli aveva l'obbligo e il diritto di sapere; nulla implorando, nulla chiedendo da lui, ma deliberata a nulla rispingere avventatamente di ciò ch'egli fosse per offrirle, a non inspirarsi nelle proprie risoluzioni che al sentimento del dovere e al desiderio del bene.

Scambiati i saluti, la Teresa accennò a di Reana che s'era levato in piedi. Non occorrono presentazioni ella disse. Vi siete incontrati altra volta. I due uomini, guardandosi in cagnesco, fecero un segno affermativo col capo, e si diedero la mano di malavoglia. Che buon vento? ripigliò la padrona di casa rivolgendosi allo zio. Ti credevo in campagna. Son qui da ieri, ma per poco.

in questo completo naufragio della sua vita la Teresa pensava che un soccorso qualsiasi potesse venirle da Guido di Reana. In nessun caso sarebbe ricorsa a lui, in nessuno... nemmeno se l'orribile dubbio che l'angosciava si fosse tramutato in realt

Non lo diceva; troppo le ripugnava una confessione che avrebbe precipitato il ritorno del Vergalli, che lo avrebbe forse messo di fronte a di Reana: ma come le costava il mentire; ma che fatica era per lei il riempir quelle quattro paginette, che, durante altre assenze di Mario, ell'aveva riempite con tanta facilit

La Teresa Valdengo aveva fatto dimenticare a Guido di Reana la femmina indegna che lo aveva tenuto prima nelle sue reti; la Teresa gli aveva dato momenti dolcissimi, non gli smungeva la borsa, non gli chiedeva di sposarla, non pretendeva nulla; perchè la madre di Guido non l'avrebbe benedetta? , nel suo inconscio egoismo l'ufficiale aveva côlto nel segno. A lui ella aveva fatto del bene.

Ah no... non m'infligga questa condanna gridò il sottotenente rimanendo in ginocchio. Qualunque altra più grave, non questa... Insomma, che cosa pretende? replicò la Teresa che, suo malgrado, si sentiva sempre più debole, sempre più disposta all'indulgenza. Qualunque altra ripetè di Reana senza rispondere alla interrogazione. M'imponga di andare a casa e di tirarmi un colpo di revolver... Zitto!

Col cannocchiale le sarebbe stato facile distinguer le fisonomie. Guido di Reana le aveva proposto un sistema di segnali per conversare insieme nell'ora in cui egli era a bordo; ella non volle; non volle nemmeno visitare il bastimento. Confessò che quella mole bianca le destava un terrore superstizioso, confessò che l'odiava. O forse il suo rifiuto aveva una ragione più semplice.

Guido di Reana aveva desinato altre volte in casa Valdengo; una volta in compagnia del barone Venosti e del pittore Massimi; un'altra volta con un tenente di vascello, poi imbarcato sopra una torpediniera, e con la moglie di questi, una milanese che la Teresa aveva conosciuta ai bagni.