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Aggiornato: 3 luglio 2025
Se qualcuno, in nome della verosimiglianza e della logica, osava qualche obiezione, Fausta rispondeva: Ma è così, ve lo assicuro. Domandatene al Candriani. Egli la conosce per benino, la ragazza.... E Berto era interrogato e doveva confermare o mitigare i racconti fantastici, i quali, passando di bocca in bocca, avevano ormai rivestito incredibili forme.
Vuol dire che il vino gl'inspira maggior confidenza degli uomini. Il tedesco forse per fuorviare i compagni da considerazioni che non gli andavano troppo a verso rivoltosi al polacco come se afferrasse un'idea che in quel momento gli cadesse in mente domandò: A proposito, non ci racconti nulla della tua impresa amorosa?
Carlo rimase mortificato da quelle parole, ma tenne tutta la sera il broncio al fratello, il quale andava dicendo che, volere o non volere, avrebbe illustrato tutti gli avvenimenti e i tipi che gli sarebbero passati davanti durante le vacanze e i racconti che si sarebbero fatti intorno a lui.
Se sapessi che buona ragazza, è la signorina Maria! Ho imparato da lei tante cose, in questi pochi giorni, più che se fossi andata a scuola; essa sa tutto: sa curare gli ammalati, fasciare le ferite, fa dei buoni dolci, e poi ha scritto dei racconti, che ci legge qualche volta, ed è per me una vera festa il sentirli.
I racconti delle loro caccie e prese erano assai interessanti, le loro avventure straordinarie, per quanto si faccia il difalco necessario fra il raccontato e il credibile.
Se questi e quelli, perchè non anch'io?» diceva Ramengo tra il suo cuore, ogni qualvolta udisse tali o siffatti racconti: e poichè si sentiva incapace di salire con arti buone, disponevasi a quelle qualunque fossero che il potessero giovare, adulazioni, vilt
I ragazzi volevano che Maria raccontasse la storia d'un altro piccolo eroe, ma le era impossibile: non ne avea voglia; poi la sua collezione era esaurita. Allora il professore disse ch'egli sapeva la storia d'un eroe che valeva più di tutti quelli di Maria. Ce la racconti, disse Giannina. Andiamo, incominci, ch'io farò le illustrazioni, saltò su Mario.
Avevo inteso il suo nome fin da ragazzo nei racconti di famiglia, lo avevo poi letto sovente nei giornali, udito sulle bocche del popolo ad ogni circostanza della epopea garibaldina, ma non avevo visto Don Giovanni che una sola volta. Ed era stato a Faenza in un Comizio per la morte del Generale.
La contessa Ginevra gli fece un cenno inutile. Alle due. Va benissimo. Ella lo guardò curiosamente. Questa notte dormirai, ecco tutto, o io sono più bestia che medico: il caso è frequente nella nostra professione. Voi dunque sapete quello che risponderò? Te lo dirò stasera, prima che tu mi racconti la cosa: vedrai se ho indovinato.
In fondo a quello di Laurenti cominciava come un barlume di speranza, un punto di luce, pari a quel lumicino dei racconti della nonna, fievole ancora, che non lasciava indovinare se fosse di castello lontano, o di tugurio, o di carbonaia boschereccia, ma che pure facea rinascere da morte a vita l'eroe disgraziato della favola.
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