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Aggiornato: 17 giugno 2025
E quella sera strinse la mia mano più forte, e non profferì parola; ed io che, sebbene roso dalla medesima malattia, sopportava gravemente vederlo per quel modo disfatto dal verme della tristezza, lo richiamai e gli dissi: "Ascanio, stasera abbiamo una solennit
Non lo so; il principe ha dato ordine severo che nessuno vi sia ammesso prima della sera inaugurale, e io come gli altri sono ròso dalla curiosit
GERASTO. Io gli ordinarò or ora un serviggiale, e per oggi gli faremo far dieta, che gli sará utile, che per domani stará meglio. MORFEO. Padre ca... ca......aro, quella lupa che mi ha roso la ca... ca... carne, mi è rimasta in corpo, e mi dá tanta fame che non vorrei far altro che ma... mangiare e ca... ca... caminare. GERASTO. Voi dovete esser molto stracco del viaggio.
Sapeva dove si può agganciare l’occhio della fune per calarsi lungo gli scoscendimenti levigati della rupe, e dove la sporgenza rocciosa basta al passo, e dove il monte, frantumato dai fulmini e roso dalle acque, cede al minimo peso e precipita in lavine micidiali. Nessuna guida poteva stargli a paro. A lui non occorrevano corde per traversare il ghiacciaio, nè bastone ferrato per reggervisi.
Il povero servitore, sapendo anch'egli della congiura e della parte che ci aveva il padrone, ma non volendo far contro a' suoi comandi con lasciar sola in casa la giovinetta, segnatamente dopo quel guaio della perquisizione, per un po' aveva roso il freno, misurando un centinaio di volte, con passo irrequieto, lo spazio che correva dalla cucina all'anticamera, e borbottando tra' denti qualche verso delle sue canzoni spagnuole. In tal guisa passarono due ore, che gli parvero due secoli; finalmente, non udendo mai nulla, nè una schioppettata, nè un grido, commosso dalla ansiet
Fiore troppo spesso appassito nel calice, prima che dalle aperte foglie mandi profumo: fiore troppo spesso roso dal verme sopra lo stelo, sicchè colto appena lascia cadere tutte le sue foglie ludibrio dei venti, mostrando su la nuda corolla una goccia di rugiada infeconda, lacrima di amarezza pianta dal disinganno. E perchè esiterò io a traccia di un fidato amatore.
Trovasi in un sotterraneo delle rovine di El-Garch, e lo tormento dì e notte dissanguandolo lentamente. Ah! feroce iena!... Ma che vuoi farne? Voglio farlo morire, ma farlo morire a oncia a oncia. Ma io lo salverò. Non ti lascerò il tempo. Domani sarai uno scheletro roso dal dente dei leoni e dei sciacalli. L'almea rabbrividì e si sentì prendere dallo spavento. Mostro! balbettò la disgraziata.
Dissi ben io che ci saria che fare che tu voglia ora uscir de la calcina, ch'altrui non par sentir mai che l'offenda per fin che non l'ha roso in fine a l'osso. A te verrá come al villanel suole, che, per cogliere il mele ai nidi d'api, si ferma sí che, prima che si parta, guasto n'ha malamente gli occhi e 'l volto.
Gelosie cieche, collere bieche lo avevano róso, vedendo circondata, ammirata, desiderata da altri la prediletta, credendola infinta, giudicandola capace di prendersi giuoco di lui; poi, ad un biglietto cortese, ad un invito, ad un sorriso, il paradiso; poi ancora, all'idea di dover presto o tardi partire, di non poter vivere sempre nel cerchio dell'ombra sua, l'inferno.
Povero ed onesto campanile di Sulzena, col tuo gracile pinacolo roso dal tempo e dalle parietarie, coi tuoi nidi di colombi, coi tuoi squilli modesti non mi parevi in quel momento che un punto d'interrogazione lanciato nell'infinito, una domanda rivolta all'ignoto che non risponde.
Parola Del Giorno
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