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Aggiornato: 20 maggio 2025
Talor diceva: Io fui da quella matta; non poteva sbrigarmi dall'assedio: quand'io ci son, non val che la combatta perché mi lasci andar; non c'è rimedio. La mi guarda languente, contraffatta; la trae sospiri, ch'io muoio di tedio. Le puzza il fiato sí, quando l'ho presso, ch'io soffrirei piú volentieri un cesso. La dama gli avea dato qualche volta del matrimonio con Terigi un cenno.
E cosí per questo modo spesse volte cade in pena e in tedio, e diventane incomportabile a se medesimo; e cosí offende il suo stato perfecto e non se n'avvede, né che vi caggia dentro la puzza della superbia; ed ella vi giace, però che, se ella non vi fusse, ma fusse veramente umile e non presumptuoso, vedrebbe col lume che Io, dolce e prima Veritá, do stato e tempo e luogo e consolazioni e tribulazioni secondo che è necessitá a la salute vostra ed a compire la perfeczione ne l'anima a la quale Io l'ho electe.
Benché da qualunque lato tu ti vòlli, e secolari e religiosi, cherici e prelati, piccoli e grandi, giovani e vecchi e d'ogni altra maniera gente, non vedi altro che offesa; e tucti mi gictano puzza di peccato mortale. La quale puzza a me non fa danno veruno né nuoce, ma a loro medesimi.
Lui, defatti, se mésse in diffidenza; E fece: dice, qui p'er vicinato Se sente un po' de puzza d'abbruciato... Ma fresca! dice, qui ce vo' prudenza. Defatti tornò su da su' eccellenza, Je fece: Be', cos'hanno combinato? Eh, dice, sa? l'affare è un po' impicciato, Ripassi un' antra vorta, abbia pazienza. Ma lui pensò: ma qui giocamo a palla! Ma qui me vonno mette' ner canestro! Ma sai che nova c'è?
fatt’ ha del cimitero mio cloaca del sangue e de la puzza; onde ’l perverso che cadde di qua sù, l
Non ho scritto perchè non ho avuto, credi, un minuto di tempo. Davvero, sai! Per darti un'idea della vita che fo, ecco in qual modo ho impiegato la mia giornata: ORE 4 ANTIMERIDIANE. Vengo svegliato dalla serva delle Tre corone, la quale mi dice che sono atteso nel cortile dal sindaco di Gallossio. Fo un sacco di gentilezze al signor sindaco, omaccione il quale puzza di stalla che appesta.
Pure, di terra non si poteva fare di tanta grandezza che fusse sufficiente a passare il fiume e darvi vita etterna, cioè che pure la terra della natura de l'uomo non era sufficiente a satisfare la colpa e tollere via la marcia del peccato d'Adam, la quale marcia corruppe tucta l'umana generazione e trasse puzza da lei, sí come di sopra ti dixi.
TRINCA. Sí, d'anni; ma povero di robbe e di cervello, puzza di fallito, e ogni giorno piglia dinari a perdita; e se ben s'ha consumato tutto il suo patrimonio a dadi, non consumará certo il matrimonio con vostra figlia. Con quelle sue bravaríe se vuol smaltir per quel che non è.
fatt’ ha del cimitero mio cloaca del sangue e de la puzza; onde ’l perverso che cadde di qua sù, l
ESSANDRO. Dimmi, tu chi sei? NARTICOFORO. Né romano né ludimagistro. ESSANDRO. Alla puzza de' piedi conosco che sei pedante. O tu sei quel desso o devi conoscere quel pedante ch'io cerco. Conosci tu Narticoforo romano? NARTICOFORO. Ti giuro per il quaternario e per la brassica ch'io non lo conosco. ESSANDRO. Che quaternario? che brassica?
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