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Aggiornato: 29 giugno 2025
d'innanzi mi si tolse e fe' restarmi, <<Ecco Dite>>, dicendo, <<ed ecco il loco ove convien che di fortezza t'armi>>. Com'io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, pero` ch'ogne parlar sarebbe poco. Io non mori' e non rimasi vivo: pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, qual io divenni, d'uno e d'altro privo.
Ah perchè i doveri del trono allontanavano da Burgos quel fior di bellezza? "Appena vidi il sol che ne fui privo" avrebbe potuto gridare il gentil sesso di Burgos.
Iddio pur voglia che non sia intervenuto ora qualcosa che di lei insieme e d'esta afflitta vita mi faccia privo. FRONESIA. Lúcia, buona nuova. LÚCIA. E che mi può venire in questo stato che mi possa allegrar? FRONESIA. Passa Filocrate. Debbe esser ritornato a l'uccelliera. Fatti a vederlo. LÚCIA. Ah fosse pure il vero! FRONESIA. Dico che passa giú. LÚCIA. Guarda se alcuno è in su la strada.
Sì, bisognerebbe morire, perchè mi sentirei privo d'aria, di luce, di stelle, di cielo... Lasciatemi... Ma prima dite che mi amate... oh Erminia! non è vero che tu comprendi il fremito di quest'anima mia, che tu non sei senza piet
Una nube mi oscurò la vista, e caddi nella stanza come privo di sensi. Dopo qualche istante ritornai alla finestra, ma essa era partita. Erano passati alcuni giorni da quell'istante che mi rendeva felice, quando incominciai a scorgere una insolita mestizia sul volto della contessa Savina. Oh come avrei voluto interrogarla, conoscere il motivo del suo turbamento, e consolarla. Impossibile!...
Deh! com'io dico ognor: foss'io con lei così fosse talora il suo pensiero, or che dee far di me privo il meschino; oh vedesse ella aperti i dolor miei, ch'io so che di piet
LAMPRIDIO. Madre mia dolce, vi giuro ch'una delle cose che m'accesero fieramente dell'amor di tua figlia, fu la onestá e la bontá che conobbi in lei; e se mento, facci Iddio ch'io sia privo di lei, ché non so se maggior disgrazia potrei ricevere in questa vita.
Fu breve però; un chiasso spaventoso e singolare parve sorgere dal corridoio: s'udirono gemiti distinti; un corpo pesante urtò l'uscio che fu scosso dalla violenza del colpo: essa chiamò per sapere che fosse: non le fu risposto, ma ad intervalli udiva cupi gemiti. Il terrore la privò sulle prime della favella; ma quando intese strepito di passi nella galleria, gridò più forte.
L'acqua! Emilia l'aveva sempre temuta e vi si abbandonava con un piacere non privo di fremiti.... L'acqua che poteva essere la morte, l'onda che aveva la forza di dieci leoni scatenati, l'acqua e l'onda l'attiravano, le parlavano, la cullavano perfidamente, ed Emilia non sapeva se un giorno non si sarebbero chiuse sopra la sua testa, eternando la conquista giovanile.
I saggi pubblici degli alunni del Monti facevano inarcare le ciglia e p. Vesco, dotto, ma privo di gusto e di slancio, che vedeva disertare la sua scuola ed affollare quella del Monti, si sfogava in insipidi epigrammi, ai quali il buon genovese opponeva dignitoso silenzio⁴²⁸. ⁴²⁸ A. Gallo, in Poesie scelte di M. Monti, p. X, Palermo, 1839.
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