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Aggiornato: 18 giugno 2025


Poi che ciascuno fu tornato ne lo punto del cerchio in che avanti s'era, fermossi, come a candellier candelo. E io senti' dentro a quella lumera che pria m'avea parlato, sorridendo incominciar, faccendosi piu` mera: <<Cosi` com'io del suo raggio resplendo, si`, riguardando ne la luce etterna, li tuoi pensieri onde cagioni apprendo.

tal torna' io, e vidi quella pia sovra me starsi che conducitrice fu de' miei passi lungo 'l fiume pria. E tutto in dubbio dissi: <<Ov'e` Beatrice?>>. Ond'ella: <<Vedi lei sotto la fronda nova sedere in su la sua radice. Vedi la compagnia che la circonda: li altri dopo 'l grifon sen vanno suso con piu` dolce canzone e piu` profonda>>.

Muoja chi non vuol vivere!... I piagnoni, Non morti, io li detesto!... Io sparirò pria che i capelli bianchi M'abbian cinta la fronte, ed ho poche ore, Ma vo' morir colla testa sui fianchi Ignudi d'una donna amata e bella, Ripetendo le libere canzoni Di mia mente rubella! Milano, dicembre 1876.

NER. Ai preghi del tuo consorte arrenditi; o i comandi del tuo signor rispetta. A me non puoi, neppur tu stessa, toglierti; il puote umana forza, se il mio impero pria non m'è tolto, e la vita. POPPEA Credi, a salvarti, o a piú tempo acquistar, giovar può solo il mio partir: vuoi che sforzata io parta, mentre il posso buon grado?

«ricorditi di me, che son la Pia; Siena mi , disfecemi Maremma: salsi colui che ’nnanellata pria disposando m’avea con la sua gemma». Purgatorio · Canto VI Quando si parte il gioco de la zara, colui che perde si riman dolente, repetendo le volte, e tristo impara; con l’altro se ne va tutta la gente; qual va dinanzi, e qual di dietro il prende, e qual dallato li si reca a mente;

«Beato te, che de le nostre marche», ricominciò colei che pria m’inchiese, «per morir meglio, esperïenza imbarche! La gente che non vien con noi, offese di ciò per che gi

Ritornato in , e quasi vergognato dal suo pianto, aggiunse: «Comunque, io voglio seguire la buona o la cattiva fortuna dei coraggiosi che tanto innalzarono la riputazione guerriera del nostro, pria, disprezzato popolo

SENECA Infin che grida di plebe ascolto, che il furor tuo crudo col tuo timor rattemprano, t'è forza soffrirmi ancora: e l'irritarti intanto giova a me molto; e il farti udir il vero, che al ritornar del tuo coraggio io cada vittima prima: e, se me pria non sveni, Ottavia mai svenar non puoi, tel giuro.

per che la voglia mia saria contenta d’intender qual fortuna mi s’appressa: ché saetta previsa vien più lenta». Così diss’ io a quella luce stessa che pria m’avea parlato; e come volle Beatrice, fu la mia voglia confessa. per ambage, in che la gente folle gi

Tu argomenti: "Se 'l buon voler dura, la violenza altrui per qual ragione di meritar mi scema la misura?". Ancor di dubitar ti da` cagione parer tornarsi l'anime a le stelle, secondo la sentenza di Platone. Queste son le question che nel tuo velle pontano igualmente; e pero` pria trattero` quella che piu` ha di felle.

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