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A queste affermazioni, a questi giuramenti non può credere nemmeno chi li fa. È così variabile il cuore umano! Forse tu stesso non tarderesti a pentirti, quando, svanito il prestigio della illusione trovassi nella tua compagna ben altra donna che quella che credevi...

Ora vedi, caro Franci, i comandi supremi della cavalleria italiana che erano tutti più o meno dei germanofili, sicuri che la loro cara Germania conservatrice e militarista avrebbe certamente vinto, sono oggi agitati, sbalorditi dalla piega degli avvenimenti. Vedendo crollare la Germania sognano archi di trionfo per il ritorno dell'esercito e vogliono ad ogni costo coprirsi di qualche prestigio.

E si viene alle elezioni. Qui entrano in scena i caudillos, uomini che, per il prestigio della criminalit

la specializzazione tattica dei cannonieri era giunta ancora a tal segno da richiedere particolari provvedimenti a loro riguardo, sicchè la Serenissima si compiaceva di conservare loro, al possibile, quella tal veste di maestranza, rimasuglio di vecchi statuti e consorterie, dalla quale il corpo medesimo, con poca spesa, ritraeva grande prestigio e saldo vincolo organico.

Attilio, l'intemerato, a vent'anni era stato con voti unanimi eletto da quei generosi a capitano. Tanto è il prestigio del valore e della virtù e, diciamolo pure, anche dell'avvenenza e robustezza del corpo! E Attilio meritava la fiducia dei suoi compagni. Alla bellezza dell'Antinoo egli aggiungeva il profilo e il cuore del leone.

Assenza che costò all'esercito meridionale la sconfitta di Caiazzo, unica in tutta quella gloriosa campagna, che scosse alquanto il prestigio dell'esercito vincitore e rimontò non poco il morale dei borbonici. Non scordi il lettore il dispaccio di Farini a Buonaparte: «Noi marciamo con quarantamila uomini, per combattere la rivoluzione personificata, cioè i Mille».

D'altronde le tradizioni militari dei Dalmati ed il prestigio che aveva presso di loro il veneto governo, disimpegnavano ampiamente gli ingaggiatori dal ricorrere a queste arti subdole. Tra i capi leva in Dalmazia godeva anzi di bella fama, ai tempi di Angelo Emo, il tenente colonnello Carlo Marchiondi .

Per quanto si sia profani all'arte, e s'abbia fatto il proponimento di non peccar più di soverchio entusiasmo, quando s'è dinanzi a Rembrandt van Rhijn, non si può a meno d'alzare un po', come dicon gli Spagnuoli, la chiavica dello stile. Il Rembrandt esercita un prestigio particolare. Frate Angelico è un santo, Michelangelo è un gigante, Raffaello è un angelo, il Tiziano è un principe: il Rembrandt è uno spettro. Come chiamar diversamente questo figlio d'un mugnaio, nato in un mulino a vento, che salta su inaspettato, senza maestri, senza esempi, senza alcuna derivazione di scuola; diventa un pittore universale, abbraccia tutti gli aspetti della vita, dipinge figure, paesaggi, marine, animali, i santi del paradiso, i patriarchi, gli eroi, i monaci, la ricchezza e la miseria, la deformit

In quanto al sole non bisognava pensarci nemmeno per due motivi, prima per non salire sotto ai tetti, e poi perchè all’estate sarebbe troppo caldo, e nelle camere oscure si sta più freschi, e le donne ci guadagnano un maggiore prestigio; l’ombra è favorevole alla tinta del volto, nasconde i piccoli disordini, come il velo, e rialza l’aspetto della persona nell’ambiente misterioso.

"Questi privilegiati che portano un gran nome "Hanno un certo prestigio che fa rizzar le chiome "Ai più arditi; hanno un fascino che noi, povera gente, "Siam dannati a subire; hanno un piglio insolente "Che agghiaccia!... Superiori a noi li fece Iddio! "Sospeso sul suo petto rimase il braccio mio, "E la mano ribelle non mi volle ubbidire!"