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Aggiornato: 14 giugno 2025
Ebbene se arriva prima, tu sei qui a riceverla, se dopo, apposti il tuo domestico in istrada e te la fai portare al Club. È inteso? Fammi questo piacere. Vada! Ma potevi almeno avvertirmi stamattina. Sono venuto, e non c'era nessuno e la cosa s'è combinata ieri sera.
Oh sei tu? e se la strinse e vi si appoggiò tutta. Aveva bisogno di chi la sorreggesse. M'hanno scritto che potevi aver bisogno di me e son partita subito. Sì, sì: ora non vivo che per te, mamma. Le nozze.
Anche il fallimento.... l'ultimo fallimento!... Il fallimento del cuore!... E scoppiò in lacrime continuando a dimenarsi, a rivoltarsi, mugolando sopra i cuscini del canapè. Nora non lo guardò nemmeno; gli rispose brutalmente: Se non potevi.... non dovevi darmelo quel denaro. Ma, spensierata figliuola, tu ti sei pure compromessa in questa.... operazione!
Ma se mi chiamano ancora, come mi hanno minacciato di fare?... Se ti chiamano ancora, di' pure liberamente tutto quello che sai. Infine, tu non hai detto niente di meno, e non potevi dire niente di più. Discorsi sovversivi, brindisi, evviva, non se ne sono fatti. Io, poi, non so nemmeno chi abbia dato il nome alla barca. Vorrei essere stato io, per vantarmene.
a Bertoldo, prendendolo per le braccia, per te, capisci, che in questa tua finzione ci potevi mangiare, dormire, e grattarti anche una spalla, se ti sentivi un prurito;
E se bene ti ricorda, facendoti sentire una sprizza di questa puzza, tu eri venuta a tanto che tu non potevi piú, sí come tu dicesti a me: O Padre etterno, abbi misericordia di me e delle tue creature!
EROTICO. E con chi? BALIA. Con Attilio. EROTICO. Ahi, fortuna traditora, e che potevi tu farmi peggio? BALIA. Vi ha fatto peggio: che Orgio suo zio vuol che per questa sera si faccino le nozze, ché la brevitá del tempo ne priva di consigli e di rimedi. EROTICO. Mi volevi dar una cattiva nuova, e or me ne dái due. BALIA. Fortuna non comincia per una né per due. EROTICO. Ecci forse altro?
Tu, così pagano nei tuoi gusti, che non potevi capire altre bellezze che quelle delle statue greche o delle cortigiane della scuola veneta, confessi ora di trovar bella la più immateriale, la più eterea creatura ch'io abbia mai veduto; e che è bella soltanto di quella bellezza malaticcia e che si potrebbe chiamare moderna, essendo quasi sconosciuta prima di questo nostro secolo, ammalato esso pure e capriccioso.
PIRINO. Che ave a far cavargli i dinari dalle mani e scoprirgli i miei secreti? non potevi dargli ad intendere alcuna altra cosa? FORCA. No, che fusse verisimile e credibile come quella, perché giá mezza la credeva, e v'era l'amor suo; e che sia vero, la riuscita ave approvato il mio consiglio. PIRINO. Che gli hai dato ad intendere?
MORFEO. Ancor sei qui, brutto poltrone? SPEZIALE. Se non ti piaceva, non potevi licenziarmi senza cacciarmene come si cacciano i cani? MORFEO. Sgombra, fuggi di qua! MORFEO. Che borbotti, sozzo asino? SPEZIALE. Era venuto a farti il serviggiale, non per esser battuto. MORFEO. Che hai ad impacciarti se voglio vivere o morire? sei mio tutore?
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