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Aggiornato: 24 giugno 2025
Egli aveva prestato i soccorsi del suo ministero al signor Thibault, che era stato portato in casa sur una barella, ferito a morte in duello. Poi, il dottore era restato medico della giovine bella vedovina. Il signor Thibault aveva guadagnato una fortuna considerevole nel commercio dei grani. Quella fortuna era nel suo portafogli.
La posta era d'un migliaio di sterline: egli trasse di tasca un portafogli, ne tolse alcuni biglietti, e deponendoli sul tavolo, e indicandoli col dito, chiese: carte! Il banchiere ne diede tre a lui, e tre a sè stesso.
Trasse di tasca un portafogli, l'aprì, ne levò una carta, e, spiegatala, la porse al pittore a fargliela vedere. Come! gi
Quando la signora Merelli espose timidamente lo scopo della visita, Gavazzini mise mano al portafogli e con perfetta cortesia le consegnò venti lire, guardando Marta con insistenza, tanto che ella sentì il suo facile rossore di sposina salirle subito alle guance.
Ah, certo. Meno seccature. Allora non ci resta che fissare d'amore e d'accordo la cifra del debito del conte per poter ritirare tutte le sue cambiali. Eccola disse il Marliani e cavato di tasca il portafogli rimise a don Ignazio una carta su cui c'era la distinta delle scadenze del figliuol prodigo. Don Ignazio ne fu spaventato. E sapeva che Marliani non era il solo creditore.
Esaminò il portafogli del morto, rovesciò le tasche interne del soprabito, dei pantaloni, colla frenesia di un ladro, e nulla trovando di quello che cercava, si mordeva le labbra, le sopraciglia si aggrottavano. Ad un tratto dall'apertura della camicia, in mezzo al sangue, del quale tutta s'imbrattava, scorse una microscopica catenella d'oro, alla quale era attaccata una chiavicina ritorta.
Sedetti sopra un banco delle Anlagen, trassi, palpitando, dal portafogli la busta dov'erano i petali della rosetta e immaginai alcuni versi da offrire a Violet. Finivano così: Or nel mio amore v'ha un profumo santo, Una dolcezza tenera e nascosa; In quella sera ch'ella soffrì tanto L'hai perso tu, mia poveretta rosa.
Bianca Francesco Bianca (sul tavolinetto, trova, intanto, un piccolo portafogli. Lo prende e mormora:) Un portafoglino femminile! (Lo apre, ne trae una carta di visita e legge:) Fifì Bandinelli. (Tra sè) L’indegno! Ma trover
Abbiamo lasciata la casa un'ora prima della partenza; preceduti da un facchino che portava il bagaglio e l'ombrello, e seguiti fino alla porta dalla Veronica, che piangeva raccomandando a Monsignore di guardarsi dalle correnti d'aria, dai cibi pesanti, dal freddo e dal caldo, chiedendogli se avesse in saccoccia la scatola, gli occhiali, il portafogli, i guanti di lana, pregandolo di scriverci subito appena giunto.
Ah, è vero: quella lì era un’altra. Un po’ di rassomiglianza nei lineamenti, nel portamento, nella voce; ma poi, nel resto, tutta diversa. Francesco Carlo Bianca Carlo È stato dimenticato proprio qui. Bianca Precisamente. Sa, in certi momenti, quando la testa gira.... Francesco Cara! Bianca Ognuno può disperdere.... Carlo Un portafogli compromettente.
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