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Aggiornato: 30 giugno 2025
Dico che il senso della nostra Comedia è simigliante alla carne del paone, percioché esso, o morale o teologo che tu il déi a quale parte piú del libro ti piace, è semplice e immutabile veritá, la quale non solamente corruzione non può ricevere, ma quanto piú si ricerca, maggiore odore della sua incorruttibile soavitá porge a' riguardanti.
Dove sono i miei fiori? LUCIA porge a Nennele il cappello e la spolverina. Mi giravi attorno, povera Lucia. LUCIA vuol baciarle la mano, piangendo. Zitta, zitta. IRENE entra dalla comune. Ah, vi trovo ancora. Mia sorella.
Dipende.... tre o quattro giorni, forse una settimana.... Va a NICOLETTA e le porge la mano. Arrivederci, Nicoletta. Ella gli d
61 Digli questo, e non altro; e se quel vuole saper da te ch'io son, di' che nol sai. Quella rispose umana come suole: Non sarò stanca in tuo servizio mai, spender la vita, non che le parole; che tu ancora per me così fatto hai. Grazie le rende Bradamante, e piglia Frontino, e le lo porge per la briglia.
Or voi più d'altra saggia e più gentile, degnate di pigliar quanto vi porge un ch'a voi consacrato ha ingegno e stile. Ben so, vostra mercè, ch'altera e vile alma tanto non è, che quando scorge d'essere amata non divenga umile. Di Claudio Tolomei
La ringrazio. E arrivederci. Al PUCCI che le porge la mano. Scendo con voi, Ugo. Perchè? Rimani un poco. Ho un cappellino da mostrarti che è un amore. Ma prima delle tre voglio essere alla Villa. Sì, sì. Forse mi deciderò a venire con te. L'ha tratta in disparte. Piano. Non fare la sciocca, ti prego. FULVIA. ridendo. Sei gelosa? Non te lo rubo, il tuo Ugo, stai tranquilla.
el non s’arresta, e questo e quello intende; a cui porge la man, più non fa pressa; e così da la calca si difende. Tal era io in quella turba spessa, volgendo a loro, e qua e l
DON FLAMINIO. Il reo pentito del suo errore ti porge il pugnale, ché vendichi con la tua mano il torto che ti ha fatto. EUFRANONE. A che mi giova il vostro pentimento e la vendetta che cercate da me? mi restituirá forsi viva e onorata la mia figliuola? Infelice e sconsolato conforto!
Fino a che non si metta in miglior luce la storia di quella zecca, i cui documenti mancano quasi affatto agli archivii veneti, siami lecito avvisare in questo curioso pezzo un capriccio di zecca, uno di que' capricci de' quali ci porge tanti esempii la zecca nostra; voglio dire un semplice follare battuto s'un pezzo di rame di peso eccedente. Eccone pertanto la descrizione.
Intanto il signor Asdrubale ha sbottonato il farsettone, ha cavato di tasca il taccuino, e si è riabbottonato da cima a fondo. Il giovane leva anch'esso il taccuino ed estrae un biglietto di cinquanta lire che porge all'avversario. Ricomincia la partita. Questa volta è il signor Asdrubale che mesce, ma è ancora Donato che perde.
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