Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 1 giugno 2025


Ugo Bassi, debole e nervosa anima di poeta, aveva predicato prima della rivoluzione e si era quindi battuto eroicamente in molte delle sue battaglie, ma frate e suddito pontificio doveva essere doppiamente inviolabile pei tedeschi alleati del papa. Nullameno, lo si volle da loro fucilato. Era dunque una rappresaglia contro la rivoluzione gi

Il 23 ottobre si recò a Passo Corese e, per Scandriglia, penetrò nello Stato pontificio, dove i suoi due figli e altri capi, come Salomone e Frigesy, avevano raccolte alcune migliaia d'uomini. Fu informato allora Garibaldi dei fatti avvenuti a Roma il giorno precedente, ai quali non era estraneo il suo approssimarsi alla capitale, ma che rimanevano troppo al di sotto delle sue aspettative.

La notte del 22 ottobre trascorse passò tranquilla; si udì solo lo scoppio di petardi in molte strade, e l'allarme delle sentinelle e i colpi delle loro armi. Una tensione febbrile era in tutti gli animi. Roma si sentiva separata dal mondo: i telegrafi erano inattivi, la posta irregolare; le ferrovie interrotte in parte ai confini dall'esercito pontificio medesimo. Sinistre voci correvano.

Se il cacciatore pontificio che stava di guardia nel palchettone, se ne avvedeva, regalava loro un magnifico pugno sulla testa, e li ricacciava in basso; ma quelli non si smarrivano affatto, e subito ricominciavano la scalata.

Il Governo pontificio, avvisato fin dalla mattina del tentativo che si preparava, aveva fatto occupare improvvisamente il palazzo dei Conservatori, in cima del Campidoglio, da più compagnie di cacciatori esteri.

La sera del 10 Garibaldi arrivò a Bologna; non so, per altro, se spontaneamente, o invitato. Una gazzetta di que' giorni cosí descrive il suo ingresso: «Il generale Garibaldi è finalmente giunto fra noi. Ieri sera, alle nove, arrivava a Bologna. Una considerevole folla di popolo andava ad incontrarlo e distaccati dal suo legno i cavalli (ad onta delle ripetute istanze del generale) lo trascinava, quasi in trionfo, fino al Grande Albergo Reale, dove il Garibaldi fissava la sua dimora. Qui giunto, il popolo ripeteva piú volte fragorosissimi applausi ed evviva all'eroe di Montevideo, al valoroso campione dell'indipendenza italiana. I legionari del Garibaldi sono sempre alle Filigare, privi di mezzi e di risorse. Il generale Zucchi, ministro della guerra, giungeva egli pure ier sera in Bologna, reduce da Ferrara, senza per altro, lasciar trasparire nulla del suo arrivo». Il giorno 11, da Bologna, cosí scrivevano all'Alba: «Garibaldi fu incontrato alla Porta dal generale Latour, che lo accompagnò a piedi ed a braccetto fino all'albergo. Il popolo, con bandiere e torcie, faceva seguito e plauso». Lo stesso corrispondente dell'Alba tornava a scrivere due giorni dopo: «Il Governo Pontificio ha finalmente concesso alla legione Garibaldi di transitare pel suo Stato, consegnando le armi all'ingresso, per esserle restituite all'opposto confine». Quanto vi sia di vero in questa ultima condizione lo ignoro. Nella Gazzetta di Bologna del 14 si legge: «Ieri sera giunse in Pianoro dalla Toscana la colonna dei volontari italiani, che è sotto gli ordini del generale Garibaldi. Questa mattina , dopo aver pernottato in quel paese, ha preso di col

L'amarezza, la vergogna, la disperazione dei patrioti non ebbero limiti. Si aspettava la notizia dello scoppio della rivoluzione a Firenze e della caduta di Vittorio Emanuele. Forse in questa crisi lo salvò la risoluzione presa dal governo di far passare anche all'esercito italiano i confini dello Stato Pontificio.

L'accattonaggio a Roma non è una piaga sociale: e invece un'industria, esercitata con le forme più ingegnose, da quel tali mendicanti che, come si sa, sono i veri nemici dei poveri. Tale industria ha tradizioni secolari e sto per dire una consacrazione ufficiale. Gli organici dello Stato pontificio si potevano dividere in tre grandi categorie: gli ecclesiastici, gli impiegati, i poveri.

Il marchese Gioachino Pepoli fece la sua apparizione nel mondo politico con un buon libro sulle finanze del Governo pontificio un colpo di fulmine che gittò la dirotta e lo scompiglio nella consorteria del cardinale Antonelli.

In seguito a quel telegramma che annunciava tutti questi fatti, Napoleone, il 21, dava l'ordine di sospendere l'imbarco a Tolone. Il 22, il Moniteur ne dava notizia in un articolo che esprimeva anche la convinzione che l'invasione dello Stato pontificio avesse toccato il suo termine, e che il Governo italiano fosse risoluto al sicuro adempimento della convenzione di settembre.

Parola Del Giorno

dell’esule

Altri Alla Ricerca