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Aggiornato: 1 giugno 2025


Egli fu lieto quando il suo plenipotenziario telegrafò, il 20, da Roma, che quel giorno non si trovavano più schiere volontarie nello Stato pontificio. In fatti era riuscito, con grande sforzo, ai pontificii di rigettarle oltre i confini.

Prendemmo terra a Torre Vittoria, dove il piede del promontorio si perde sul lembo della spiaggia, senza però avere un luogo di approdo in forma di porto. Non vi erano pescatori, barche. La torre è un edificio quadrato, dicesi costruita dai Gaetani. La sua guarnigione è stata soppressa, come quella di tutte le torri marittime, alla caduta del governo pontificio.

E si poteva davvero ben profetizzare che il patriottico fanatismo di Garibaldi avrebbe gettato nella miseria tante migliaia di persone, come al tempo di Aspromonte, se a lui ora non fosse riuscito, come allora, di trascinarsi dietro tutto il popolo italiano e di far levare in armi il popolo dello Stato Pontificio.

Trattavasi della pubblicazione d’un indulto pontificio a favore di chi per ragion di salute volesse in quaresima cammar

Il pensiero di questi tesori nascosti eccita in modo speciale la fantasia dei Romani; una volta, con l'autorizzazione del governo pontificio, io stesso ne fui testimonio, si ricercò nel Colosseo un tesoro del quale alcuni pretendevano di aver trovato in un libro l'esatta descrizione. E non potrebbe il Tevere nascondere tesori nel suo seno intatto?

È provata la connivenza prestata nei moti di Roma e delle provincie, alle bande garibaldine dal governo di Firenze, che acconsentì agli ufficiali dell'esercito regolare di capitanarle nella invasione del piccolo territorio pontificio, ed a concorrere colla persona alla rivoluzione interna di Roma. La quale, gi

Col suo consiglio, il Padre Generale dei gesuiti induceva il governo pontificio a protrarre per lunghi giorni l'agonia dei due condannati, dopo che, essendo stata dal sovrano rifiutata la grazia, e ordinata l'esecuzione della sentenza, la loro morte era irrevocabilmente decisa.

Niuno aveva sospettato di lui; nessuna spia lo aveva denunziato. Ora che tutto era finito, egli avrebbe voluto partire da Roma senza ritardo. A lui solo non sarebbe riuscita difficile la fuga; ma egli non poteva lasciare esposta alle crudeli rappresaglie del Governo pontificio la sua innocente famiglia.

Arnaldo di Pelagrua francese, cardinale di Santa Maria in Porto, nel tempo di che discorriamo risedeva come legato pontificio in Bologna. Il capitan Vergiolesi vedevasi tuttodì minacciato da lui, e da quel Comune che parteggiava pe’ Guelfi Neri, d’assediargli il castello. La somma delle ragioni era quella del diritto di conquista, contro l’avverso partito; del più forte contro il debole. Le milizie di Bologna si erano infatti avanzate verso il confine di quel territorio vicinissimo della Sambuca. Allora sorse nell’animo del capitano di mandar di nascosto il suo consanguineo Lando de’ Vergiolesi, sotto nome di ambasciatore del vescovo di Pistoia, a papa Clemente in Avignone, acciocchè e’ comandasse che i Bolognesi desistessero dalle ingiuste pretese. Ma il papa, sospettando del vero, richiese a Lando il mandato del vescovo. Or come questo non era che uno di quelli strattagemmi tentato altre volte, trattandosi di possesso gi

Disgraziatamente dei mosaici che la ornavano nulla oggi resta. Lo stile n'è vigoroso e originale; ma sono ancora lontani dalla perfezione artistica dei mosaici di Ravenna. Fui lieto di trovare in S. Vitale dei mosaicisti romani, che vi lavoravano da molti anni, sino dai tempi del Governo pontificio, intenti a restaurare i mosaici.

Parola Del Giorno

dell’esule

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