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Aggiornato: 24 giugno 2025
All'atto del 3 novembre i Pontificî erano usciti da Roma in numero di 3000 al comando del generale Kanzler, seguiti dalla brigata francese Polhès, forte di 2000 uomini, per impadronirsi di Monterotondo e cacciarne le schiere volontarie. Garibaldi doveva prender questo.
L'ordinamento dell'Associazione era, a mezzo il 1833, potente davvero e segnatamente in Lombardia, nel Genovesato, in Toscana, negli Stati Pontificî. L'anima dell'Associazione Toscana era in Livorno, dove Guerrazzi, Bini ed Enrico Mayer eran operosissimi e inspiravano Pisa, Siena, Lucca, Firenze. Pietro Bastogi, oggi Ministro, era Cassiere del Comitato. Enrico Mayer viaggiava a Roma, dov'ei fu per sospetti imprigionato, poi, tornato in libert
Quando gli svizzeri pontificî, sotto il comando dello Schmidt, nel 1859 assaltarono Perugia, fecero un'irruzione nell'abbazia e la devastarono. Di quello di Benedetto VII ne fu salvato un frammento, che fu poi messo sotto un cristallo alla parete dell'archivio. Un monaco ha composto sul fatto un epigramma latino, che tramanda ai posteri i misfatti del Furor Helveticus.
Cannella dalle mani dei gendarmi pontifici, usasse dire: La Sicilia mi ha regalato il balsamo e la cannella! Ora qualche pagina di quel libriccino è una sicura sintesi delle condizioni letterarie del tempo; e l’ultima vuol essere riportata: «La nostra piazza non è ancora accreditata: e da noi non si trova un libraio che voglia spendere. In Sicilia le Lettere non sono un mestiere come altrove.
Era una lotta a corpo a corpo di gente per la maggior parte inerme, che s'avvinghiava ai soldati di mestiere e cercava di strappar loro le armi. Ma i mercenari erano molti. L'oro e i sussidi del Bonaparte erano stati potenti. Un gran numero di soldati francesi, sotto l'assisa degli zuavi pontifici da molto tempo per Civitavecchia aveva presa la via di Roma.
In quel mentre entravano a scombutta in Mentana le truppe francesi e papaline, la pareva una orda selvaggia e sitibonda, i dragoni pontifici sfacciatamente si mescolavano all'artiglieria francese, la fanteria francese era regolarmente in colonna e i fantaccini del papa le si cacciavano di mezzo come tanti monelli, cavalli e cannoni andavano a badalucco e il tutto specialmente per parte dei soldati papali aveva l'aria di una fiera di ubbriachi.
Non fu più possibile nemmeno impegnare il conflitto, e forti pattuglie di cavalleria e fanteria dispersero gli assembramenti facendo numerosi arresti. Nello stesso tempo avveniva l'esplosione della mina ch'era stata sottoposta alla caserma Serristori occupata dagli zuavi pontifici. Una parte di quella caserma crollò seppellendo alcuni soldati nella ruina.
Nè si dica, che questo commettesse l'Acuto per suo mal talento, imperciocchè chenti fossero i legati pontifici vedemmo, e peggio verr
La strada che conduce a Porta Pia è fiancheggiata ai due lati dai muri di cinta dei poderi. Ci avanzammo verso la porta. La strada è dritta e la porta si vedeva benissimo a una grande lontananza; si vedevano le materasse legate al muro dai pontifici, e gi
Dopo una notte di riposo, passata nel discreto albergo della Posta, che trovandosi nel punto dove convergono le strade dalla Sabina, da Nepi, Amelia e Viterbo, è abbastanza frequentato, mi accinsi a passare i confini pontifici e ad entrare negli Stati piemontesi. Il segno del confine era il Tevere, che col suo corso divide le terre del Patrimonium Petri dall'Umbria e dalla Sabina.
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