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Aggiornato: 16 settembre 2025


E invece d'avviarsi alla soglia, per la quale sua madre era passata ed uscita, si levò da tavola e andò a sedersi in una poltrona, di contro al giardino, che il sole illuminava per ogni angolo, che il vento faceva tremare. Che cosa voleva?

Rimasto in piedi, appoggiato alla finestra prospiciente la terrazza, mi rivolsi a Lidia, dicendo con calma: Vi prego; se volete parlar voi per la prima.... , rispose Lidia, parlerò io. S'accomodò meglio nella poltrona, guardando in faccia i suoi parenti.

Giaceva sulla poltrona, in un mucchietto, quasi: e la mantellina pendeva sul bracciuolo, come se fosse stata buttata via. Con l'occhialino dove era scritto Nada, cioè Nulla, Emma Lieti guardò la veste di seta, mentre dalle sue labbra era sparito il sorriso e tutto il suo volto di bambola bionda e frivola, senza sorriso, pareva invecchiato, d'un tratto.

La principessa, un ginocchio appoggiato ad una poltrona, i gomiti su la tavola, gli occhi affissati nel gioielliere, aspettava, nella massima trepidanza, ch'egli parlasse.

La virago mi raccontò che la vecchia s'era seduta nella poltrona di Virginia e s'era lasciata morire. La collana di corallo se l'era presa la virago: glie la vidi al collo.

Se tu sapessi, mormorai, lasciandomi ricadere nella poltrona, se tu sapessi la tremenda condizione d'un marito! , certo io ho dubitato di te, come di tutti.... Ma una tua confidenza poteva rischiararmi e togliermi i sospetti.

Poichè quel commesso non gli aveva detto che Pannini fosse uscito, il pittore avvisò ch'egli non sarebbe stato assente che per pochi minuti, e che il miglior partito era perciò quello di sedersi in una poltrona accanto al fuoco ed aspettare. Il rumore del denaro maneggiato continuava.

L'energia slava della testa spiccava maravigliosamente su quel piedestallo di trapunto e sullo sfondo di cuoio cesellato della tappezzeria. La Baronessa sedeva, molto allungata, su una poltrona, con un braccio penzolone. Fumava una sigaretta di tabacco orientale ed un molle sorriso sfiorava, tra le fresche gote carnose, le tumide e rosse sue labbra.

Al dopo pranzo le donne lavoravano all’uncinetto, Andrea si gettava in una poltrona, e si addormentava immediatamente d’un sonno profondo. Quando russava troppo forte, Maria lo urtava col piede, ma invano allora si alzava per far rumore, gli dava delle scosse, e accusava il cugino di farlo bere un po’ troppo.

Giuliana disse, come in un sogno: Ecco, ora vorrei chiudere gli occhi e non riaprirli più. Soggiunse, rabbrividendo: Tullio, ho freddo. Va. Distesa nella poltrona, ella si restrinse in stessa come per resistere ai brividi che l'assalivano. Il suo volto, specie intorno alle narici aveva la trasparenza di certi alabastri lividicci. Ella soffriva.

Parola Del Giorno

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