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Ma, d'altra parte, quella austeritá raddoppia nell'animo nostro il giubbilo dell'ammirazione per que' rarissimi intelletti, che meritano giustamente il nome di «poeti».

Goëthe, Viaggio in Italia. 2. Parte. E l'arduo Byron, il re dei poeti dell'anima, allo aspetto di Roma mandava fuori questi nobili concetti: «O Roma! O Patria mia! O citt

E ora, signori, se volgendo le spalle alla folla spettrale che ci fluì davanti noi entriamo negli studii dei nostri artisti, dei nostri poeti, dei nostri romanzieri, ci appare intatta l'antica potenza fascinatrice del dolore. Siamo pure condotti a considerare che nell'arte moderna si manifesta più e più la inclinazione a un uso razionale del dolore per diversi scopi di cui è conscia. L'arte moderna volentieri filosofeggia e parteggia, volentieri rappresenta il dolore come prodotto di esistenti ordini morali e sociali cui l'artista vuole additare come opposti a un ideale della sua mente e possibili a riformarsi giusta questo ideale. Noi osserviamo in pari tempo che il dolore così manifestamente rappresentato in servizio di tesi morali o sociali non ci commuove nell'opera d'arte quanto il dolore che procede dall'ineluttabile, dalle fatali condizioni della vita sulla terra, dalla morte, dall'amore, dai problemi della sorte umana, dalle ombre dell'al di l

Tutti gli artisti ed i poeti, tutti i martiri della intelligenza sono passati per queste crisi.

Certo io nol conosco. Perché sotto cosí fatta forma i poeti dessero la loro dottrina, oltre a ciò che detto n'è, ne possono le ragioni essere queste: o per imitare piú nobile autore, o perché forse in altra forma non erano ammaestrati.

Ma Galatea veniva su dal mare e gli faceva, maramao! e poi con le compagne vezzosamente rideva del rozzo amatore, e tratta dai delfini, gli facea davanti scorribande pel glauco mare. Queste cose, assai vecchie, sono consegnate nei libri degli antichi poeti. Ma i poeti hanno trascurato di dirci che guai per Galatea se fosse giunta a tiro di mano di Polifemo!

Io non so davvero qual pazzia sia questa dei poeti, di ricorrere alle bestie per paragone delle umane passioni. Vogliono dare ad intendere una immanit

I nostri primi poeti Folchetto, Calvi Bonaventura e Doria Percivalle di Genova, Nicoletto da Torino, Giorgio di Venezia, Sordello di Mantova, e Brunetto Latini di Firenze scrissero in francese lungo tutto il secolo decimoterzo; e san Francesco dicesi avesse tal soprannome diventato nome dal suo parlar abituale francese: ed in francese poetarono Federigo II e tutta sua corte siciliana, prima che vi si poetasse e scrivesse in italiano.

E, a roborare questa loro oppenione, inducono questi cotali i tempi giá stati, cioè quegli ne' quali regnò Saturno, li quali per li poeti si truovano essere stati d'oro, cioè pieni di buona e di pura semplicitá, e ne' quali questi beni temporali dicon che eran tutti comuni; e per conseguente, se questo fu, anche dover essere che questi sotto il governo d'alcuno altro uomo sarebbono.

Convenivan le donne de' poeti ivi, in un luogo detto Galaora; e sedeano in su' fulgidi tappeti, ove li amor di Cefalo e d'Aurora, illustri opere d'ago, uscieno fuora qua e l