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Aggiornato: 23 maggio 2025


E su tutto, sui campi infiniti e sui paeselli perduti, un umido intenso, una tristezza plumbea, una distesa persa, che non chiamiamo cielo, ma chiamiamo oblìo. E si intorbida sempre più la squallida alba del Natale.

Non ho bisogno di nulla. Avverti la contessa che mi alzo subito. E poco dopo, mentre attendeva alle cure della persona, Filippo sentì la noia plumbea per quelle ore che ancora gli toccava di passare a Venezia, per il pranzo dei conti Lombardi, per le chiacchiere insulse alle quali avrebbe dovuto prestare orecchio. Egli era irritato e malcontento.

I bianchi capelli del canuto, benchè fossero stati pettinati con cura, s'eran sconvolti al punto di sembrar l'anguicrinita testa di Medusa, in agitazione perenne. La fronte sua rugata come non si vide mai in creatura umana, era plumbea, e plumbee le sue guancie e smorte.

Si rivide con la fronte ardente al gelido vetro, con gli occhi sbarrati nelle tenebre fuggenti, o fisi all'orologio, per calcolare il momento nel quale la coppia sarebbe rimasta sola: «Alle dieci.... o forse alle undici.... fra un'ora.... fra mezz'ora.... Ora!...» Una pesantezza plumbea lo aveva abbattuto sul sedile, moti di nausea gli erano saliti dalle viscere alla gola nei tempestosi scotimenti di quella corsa pazza, traendolo dallo stuporoso assopimento.

Bruscamente si arrestò, stringendosi il viso fra le mani. Allora la terza parlò, quietamente, con una voce media, giusta, di una monotonia grave: Egli mi ama; io l'amo. Almeno, ogni tanto, me lo dico. Almeno, ogni tanto, mi sembra d'amarlo. Non ne siamo punto sicuri. Egli non ha mai creduto all'amore: io non vi credo da che lui ha fatto crollare la mia fede. Una giornata plumbea, in una sala di accademia, quando un oratore scalmanato cercava invano ispirare nel pubblico il suo falso entusiasmo, egli mi disse: Tutto questo è molto ridicolo. Moltissimo gli risposi. Lui s'inchinò, soddisfatto di aver ritrovato una donna arida come lui. Non mi ha mai scritto lettere d'amore, non me ne scrive: io non gliene scrivo. Noi non crediamo alle lettere d'amore. Non mi ha dato i suoi capelli, un anello, un piccolissimo dono; mi disse che tutta questa roba non serve, e che va sempre a finire, in cucina, nella spazzatura. Quando io gli dico di amarlo, fa un sorriso d'incredulit

bello il vide mai qual nella plumbea Notte di quelle stanze sontüose Illuminar da una fessura tenue Le più sordide cose. Passan guerrieri spaventosi e taciti, Passan regine pel rimorso scarne, Tornan sibille con l'antico dubbio Lo spirto a affaticarne. Contorce il riso il labbro del buffone, E intanto al suoi cade una testa mozza... Vicino al canticchiare del beone La passïon singhiozza,

Il rammarico mi gonfiò di lacrime il cuore. Appoggiai i gomiti sul davanzale, mi presi la testa fra le palme; guardando fiso il meandro del fiume in fondo alla valle plumbea, mentre la compagine del cielo si dissolveva senza posa, restai qualche minuto sotto la minaccia d'un castigo imminente, sentii sovra di me pendere una sventura ignota.

Parola Del Giorno

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