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Aggiornato: 13 giugno 2025


«Una placida notte e senza luna favorì l'effetto dell'insolito spettacolo, che presentava la doppia illuminazione di Firenze, e del quasi anfiteatro delle sue famose circonvicine eminenze, combinata. «Fuochi d'artifizio, inoltre, incendiati qua e l

E involontariamente ella confrontava quell'agitazione perpetua e febbrile con l'esistenza placida ch'era serbata a lei, sempre fra le pareti domestiche, sempre accanto a Bebè, sempre intenta a scoprire il miracolo di quella vita che sbocciava sotto i suoi occhi.

Perchè se Nunziata era placida e calma quando Nino era lontano, appena egli era presente essa sentiva che la sua vita tutta dipendeva da quell'amore, e che l'abbandono sarebbe stato per lei la morte. Stretto e sempre più stretto nelle bianche dita ingemmate, serrava l'uccelletto morto, narrando piano al suo stanco cuore che l'alata giovinezza era viva ancora...

La sera era placida. I raggi della luna, stentando a penetrare il fogliame spesso de' lecci, arabescavano qua e l

Erano le dieci di sera. La luna si alzava scialba scialba dietro le montagne di Arax-Kol, i cui picchi aguzzi apparivano al disopra delle foreste e un venticello fresco fresco corrugava la placida superficie delle acque e piegava con lieve mormorìo le canne e le grandi foglie dei papiri.

Pura illusionedisse Verrezzi guardando ancora. «Siam soli. Continuate, ven pregoMontoni ripigliò sottovoce, mentre i convitati si serravano intorno a lui. «Sappiate che la signora Laurentini da qualche mese mostrava i sintomi d'una gran passione e d'un'immaginazione alterata. Talvolta si perdeva in una placida meditazione, ma spesso farneticava.

Voglio essere ubbidito, lo sapete. La poveretta diede in uno scossone come chi da una placida quiete venga improvvisamente turbato per un alto terrore. Mandò un grido, e fece a sciogliersi dalla stretta della mano di lui. Lasciatemi, lasciatemi!... Ah, voi mi fate male... Lasciatemi stare per carit

E lui, con quell'aria placida, sicuro del fatto suo, che si lasciava adorare, che criticava tutto! Eppure non c'è Cristi, il padrone ora era lui! La villa, la terra, i cavalli erano suoi.... Anche Milla era sua.... E non gli era bastata.... Anche Mia avrebbe voluto!... Mia! ah no!... piuttosto.... Cristo!...

ESSANDRO. Ad ogni cosa che ti domando: , , . Mi tratti da bestia, da asino. PANURGO. , , : te l'ho detto e stradetto mille volte. ESSANDRO. Oh, come orribil tempesta si è mutata in un subito in placida e tranquilla quiete! O felici miei pensieri, a che gloria giunti sète! O felice sole, che hai apportato il piú lieto giorno per me e ore cosí felici! PANURGO. Dove vai, Morfeo?

E in quella tempestosa reazione, in quel subito rinnovarsi del suo amore per la donna ch'egli temeva di perdere; Giuliano riesciva eloquentissimo e si presentava sotto un aspetto nuovo, l'aspetto cioè ch'egli, nella placida sicurezza del suo dominio su Milla, non si era mai curato d'assumere per lei.

Parola Del Giorno

s'alceste

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