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Aggiornato: 24 giugno 2025


Don Apollinare seppe del rettore di Montefreddo, e d'altri preti, suoi amici, venuti lassù coi popoli delle due vallate della Bormida, e ne provò consolazione. Ma quel che più gli piacque fu la notizia che i francesi non erano molto vicini, e prima d'arrivare sino a lui avrebbero avuto a sbrigarsela colle soldatesche piemontesi e alemanne.

Taluni, assaliti da atroci reumi, agonizzavano lietamente al suono delle fanfare piemontesi. È inutile che io mi interrompa per sciorinarvi una professione di fede.

Il 23 marzo, l'esercito nostro, forte di cinquantamila uomini e 110 pezzi d'artiglieria, si trovava alle nove di mattino sotto Novara. Alle ore undici il cannone nemico diede il segnale della battaglia. Re Carlo Alberto era al suo posto in prima fila tra i combattenti. Il Crocevia della Bicocca era la chiave della posizione, e gli austriaci in dense colonne diressero tutti i loro sforzi contro di essa. I piemontesi la difesero col coraggio della disperazione; Re Carlo Alberto, ritto sul suo cavallo, nella sua marziale impassibilit

Il Re, sicuro che gli austriaci avrebbero fatto tutti gli sforzi per riprendere l'importante posizione di Palestro, ordinava al colonnello dei Zuavi di dirigersi su quella posizione. Verso le dieci del 31 maggio gli austriaci sboccando per le strade di Robbio e di Rozano diedero di cozzo negli avamposti piemontesi che li accolse con fuoco ben nutrito.

Cellini, loc. cit. Laggiù tra i Piemontesi dicono tasso. Ci siamo arrangolati a capacitare cotesti buoni fratelli nostri come qualmente il tasso sia una bestia, che dorme assai, di cui occorrono due specie tasso cane, e tasso porco, il quale è anco buono a mangiare: gli abbiamo avvertiti altresì, che il tasso è un'albero, e tutto invano; tasso in Piemonte significa saggio, pro, interesse, frutto, ragione, e cambio, per la quale cosa, ed in virtù della egemonia piemontese si hanno a tirare in mezzo di strada tutte quelle parole italiane vecchie, e valerci di questa piemontese nuova. E gi

Le prime truppe piemontesi entrarono in Milano il 26 marzo.

Come non ricordaste che i governi e i giornali dei moderati piemontesi e lombardi, e il Times, depositario dei vostri pensieri, tentarono a gara di diffondere contro me la codarda accusa, dopo il 6 febbraio 1853?

La vecchia fortezza non ebbe mai, del resto, un importanza strategica. Fu soltanto destinata a tenere in freno i cittadini. Le truppe piemontesi poterono avvicinarvisi da ogni lato e impadronirsene senza ostacoli, resistenza da parte della sua guarnigione. Non si sa bene che cosa si eriger

Per consolarsi del crudele destino, alla vigilia della partenza, il fanciullo entrò nella bottega, aperse il cassetto molto gentilmente, e si imbottì le saccoccie di mutte piemontesi, moneta antichissima e alquanto sbiadita.

In questo combattimento anche le brave truppe piemontesi comandate dal valoroso De Sonnaz ebbero la loro parte di gloria. Il 4 di giugno a Magenta e a Ponte Vecchio si decideva delle sorti di quella memoranda giornata. Avanti e dentro Magenta il combattimento fu accanito oltre ogni credere.

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