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Aggiornato: 12 giugno 2025
Nel quale si veda messer Pietro perdere la pazienza, il Sangonetto la ciarla, il Picchiasodo l'occasione, Giacomo Pico il tempo e mastro Bernardo la scrima. All'atto insolito e inaspettato, il primo pensiero di messer Pietro fu di metter mano alla spada e di castigar l'arrogante che ardiva afferrare le redini del suo palafreno.
Il Picchiasodo, per far conoscere la sua condizione più umile rispetto al suo nobil compagno, si era fermato sui due piedi, ma colla berretta in capo, da soldato e non da servitore, a poca distanza dall'uscio. Siate il benvenuto, messere; disse il marchese Galeotto al nuovo venuto, per offrirgli occasione a parlare; e che cosa recate al Finaro?
È vero ciò che dite; rispose il Picchiasodo; ma dopo tutto, il vostro risico... Che! sclamò messer Pietro, scuotendo alteramente la testa. Ci ho la mia stella. Non ti rammenti di Gavi?
Quel maledetto vecchio lo guardava con certi occhi da spiritato! Così perdette la ciarla Tommaso Sangonetto, come il Picchiasodo avea perso l'occasione di misurarsi con lui. Frattanto i due avversarii, che gi
Vedete, messere; sono un povero diavolo d'oste, ma ci ho entratura al castello. Mia moglie è sorella della madre di Gilda, la cameriera di madonna Bannina, e il nome dello sposo io l'ho risaputo. Ca.... Casche.... Aiutatemi a dire! Casche.... ripetè il Picchiasodo, per contentarlo. Sicuro, Casche.... Ma se non mi date voi una mano... Ti cascher
Il Picchiasodo diede alla sua volta di sprone, per farsi alla manca di messer Pietro Fregoso, e si trovò per tal guisa a pari di quel simulacro della melensaggine. Orbene, mastro Bernardo; gli disse, appoggiandosi sulla staffa verso di lui e assestandogli un buffetto sotto il naso; che è ciò? Hai forse perduto la scrima?
Era mastro Bernardo che compariva sull'uscio di casa, col vassoio de' bicchieri in una mano e col suo fiasco prezioso nell'altra. Mai fiasco e bicchieri furono raccomandati a più trepide mani, e ben se ne avvide il Picchiasodo, che, voltatosi a quel grido improvviso, fu sollecito a sostenere que' dolcissimi pesi.
Torniamo a noi, ripigliò il Picchiasodo, e sbrighiamo anzitutto quell'altro. Messere, disse il Falamonica sottovoce al padrone, sapete che la bombarda è carica.
Con vostra licenza, messere, berrò io le vostre bellezze. Alla salute degli sposi. E mastro Bernardo, contento di metter le labbra al bicchiere del suo ospite, tracannò il rimanente d'un fiato. Messer Pietro sorrise, salutò e spinse il cavallo fuori del portone. Il Picchiasodo spronò a sua volta, e lo seguì sulla strada. Costui vi vuol vedovo, messer Pietro; gli disse frattanto a mezza voce.
Comandate, magnifici messeri! fu pronto a dir l'oste, a cui erano rivolte le ultime parole del Picchiasodo. C'è pane e cacio, uova da farne una frittata in un batter d'occhio, e se vi piace, posso anche ammannirvi un pollo allo spiedo.... Ottimo amico! Ostiere degno della mia stima e della mia pratica! gridò con burlesco fervore quell'altro.
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