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Aggiornato: 27 luglio 2025
»Ad un tratto ella si alza passa dinanzi al cembalo in punta di piedi, e, accennando a noi di continuare la nostra musica, esce pian piano dalla sala. »Mia madre lo seppi più tardi scendeva in giardino per sorprendere la cameriera, la quale era entrata col guattero nella serra dei limoni...
Avanzai piano pianino rasente il muro e venni ad appostarmi.
V'era lo scaffaletto da ninnoli, con dei minerali preziosi e degli uccelli imbalsamati; v'era il piano, a coda; v'era la tavola con dei mostri cinesi, degli albi di famiglia e dei libri regalati dai giornali cui il signor Folengo era abbonato; v'eran quegli oggetti e quei mobili volgari, che disposti in qualunque modo, messi sotto qualunque luce, formano sempre un solo tipo di casa, producono sempre una sola impressione.
Bene si affacciavano alle finestre, ai terrazzini, agli sporti delle botteghe i Corsennati dei due sessi, per conoscere il nuovo venuto, fare i conti sulle sue valigie, e Dio sa quali supposizioni sul cassone ond'era accompagnato. Gran gioia la loro, al veder sempre tante facce nuove, che si scomodano dal piano per salire ai loro quattrocento sessanta metri sul livello del mare!
Ah! non ha bevuto! mormorò fra i denti. In quel momento la moglie di Alberto non pensò ad altro, se non che la presenza del padre la salvava da ogni pericolo. Oh vieni, vieni, babbo: gridò. Che fai? le disse piano, ma con forza, Emilio. Come spiegheremo a tuo padre la mia presenza qui?... Ami forse le conseguenze d'uno scandalo? È vero... è vero: mormorò la povera donna.
Mentre accadevano le cose narrate nei capitoli precedenti, Curzio, Monti, e Tognetti si accingevano all'opera, ch'era stata affidata al loro patriottismo. Una delle parti più importanti del piano d'insurrezione era certamente la mina della caserma Serristori. La caserma situata nel rione di Borgo, e a poca distanza dal palazzo del Vaticano, era occupata dagli zuavi pontifici.
L'architettura esterna era la consueta di quasi tutti i palazzi delle nostre campagne: soltanto si notava che quattro finestre del piano nobile, le ultime a manca, si allargavano a forma di loggia, custodita da grandi vetrate che s'intelaiavano nei colonnati; e le ultime quattro a destra cadevano entro le linee perpendicolari di una torre che usciva da quella parte del palazzo, rompendo ad angolo due acque del tetto.
Il cavaliere Ascanio Cacace, con le mani incrociate sull'osso sacro, passeggia pian piano, attraverso i crocchi, fumando una sigaretta high-life, e fermandosi, ogni tanto, per fare quattro ciarle con le sue nuove conoscenze.
Saliremo ad un terzo piano, il quale, la mercè di una scala spaziosa, non ci parr
Ma ecco, finalmente, un po' di strada da cristiani; ecco il battuto della piazza maggiore; ecco la chiesa, la parrocchiale di San Giorgio; e più su, in capo ad una piazza, che scende larga in pendìo, la mèta del suo viaggio, il suo palazzo, il «Castèu». Meritava il nome con cui era stata battezzata, e sotto cui era comunemente riconosciuta, la vecchia casa dei Sospelli di Vaussana; castello del Trecento, o giù di lì, con la sua torre da un lato, con le sue logge alte al secondo piano, fors'anche coi merli e le caditoie; restaurato quindi a palazzo signorile, nel corso del Secento, gran colpevole un po' da per tutto di simili trasformazioni architettoniche.
Parola Del Giorno
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