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Aggiornato: 15 giugno 2025


Ella, che ebbe pietá di me, non finò mai ch'ella fece venire piú volte Flamminio a parlar seco e con altre acciò che io, in questo tempo, che nascosta dopo quelle tende mi stava, pascesse gli occhi di vederlo e l'orecchie d'udirlo; che era il maggior desiderio ch'io avesse.

Or discendiamo omai a maggior pieta Gi

PASQUELLA. Come tu hai fatto il tuo. Orsú! Io vo. FLAMMINIO. A Gherardo la vuol maritare? CLEMENZIA. , trista a me! Vedi se questa povera giovane è sventurata. FLAMMINIO. Tanto avesse egli vita quanto l'averá mai. In fine, Clemenzia, io credo che questa sia certamente volontá di Dio che abbia avuto pietá di questa virtuosa giovane e dell'anima mia; ch'ella non vada in perdizione.

FESSENIO. Imparate, amanti, questi bei detti. CALANDRO. Se io l'ho mai, tutta me la mangerò. FESSENIO. Mangiare? Ah! ah! Calandro, pietá di lei. Le fiere l'altre fiere mangiano; non gli omini le donne. Egli è ben vero che la donna si beve, non si mangia. CALANDRO. Come! si beve? FESSENIO. Si beve, . CALANDRO. O in che modo? FESSENIO. Nol sai? CALANDRO. Non certo. FESSENIO. Oh!

ti giovará mercé per Dio chiedere: per te morta sará pietá, potrai alcuno aiuto o conforto ritrovare. Deh! non sai tu quello che indíce Iddio per bocca del profeta: che dobbiamo lasciare stare i Cristi suoi? Perché dunque tu gli tocchi, perché gli mordi, perché non gli lasci stare?

<<Or discendiam qua giu` nel cieco mondo>>, comincio` il poeta tutto smorto. <<Io saro` primo, e tu sarai secondo>>. E io, che del color mi fui accorto, dissi: <<Come verro`, se tu paventi che suoli al mio dubbiare esser conforto?>>. Ed elli a me: <<L'angoscia de le genti che son qua giu`, nel viso mi dipigne quella pieta` che tu per tema senti.

Or discendiamo omai a maggior pieta; gi

CAPITANO. Limoforo, eccovi Giacomino che, senza ch'io lo meni prigione, egli da se stesso viene ad imprigionarsi. GIACOMINO. Io non vengo qui a scusarmi, ma vengo a ricever castigo della mia colpa, se lo merito; se non, perdono e cortesia. CAPITANO. Limoforo, se non volete aver pietá di lui, abbiatela di suo padre: usateli qualche cortesia.

ESSANDRO. Quel che è fatto non può farsi che non sia fatto. GERASTO. Accomodaremo questo fatto poi con un altro fatto. ESSANDRO. Merito per ciò, dunque, d'esser ucciso? GERASTO. Ucciso, no; ferito di punta, ben , se il pugnale non mi vien meno, almeno finché ne serò satollo. ESSANDRO. Sète voi tanto crudele? GERASTO. A te è una pietá l'esser crudele.

Ond'io a lui: <<Domandal tu ancora di quel che credi ch'a me satisfaccia; ch'i' non potrei, tanta pieta` m'accora>>. Percio` ricomincio`: <<Se l'om ti faccia liberamente cio` che 'l tuo dir priega, spirito incarcerato, ancor ti piaccia di dirne come l'anima si lega in questi nocchi; e dinne, se tu puoi, s'alcuna mai di tai membra si spiega>>.

Parola Del Giorno

branchetti

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