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Aggiornato: 6 maggio 2025


Ho veduto tra' Mss. della Biblioteca reale di Francia, nel volume segnato 6,069. V. un manoscritto latino del secolo XIV che porta il titolo: Incipit liber philosophorum moralium antiquorum et dicta seu castigationes Sedechie, prout inferius continetur, quas transtulit de greco in latinum magister Johannes de Procida. È una raccolta o compendio delle massime che correano sotto i nomi di Sedecia, Hermes, Omero, Solone, Pitagora, Diogene, Socrate, Platone, Aristotile, Alessandro, Tolomeo, Gregorio, ec., e finisce con un capitolo, intitolato Sapientium dicta. Io la credo piuttosto una compilazione che una traduzione. Il titolo di magister mi accerta della identit

Ma da l'Egeo mar un'atra nebbia, che a tanti perder fa la dolce guida, levata in alto fin sotto le stelle, ai saggi erranti cela il vero sole: ché piú credon salir di Plato il spirto, che Paolo e Móse, che d'Isacco 'l padre; Omnis doctrina et virtus philosophorum sine capite est, quia Deum nesciunt, qui est virtutis ac doctrinae caput.

NARTICOFORO Pythagoras, philosophus philosophorum, giurava per lo numero quaternario; iuro ego similiter per numerum quaternionem. E Socrate, che fu giudicato dall'Oraculo per il sapientissimo di viventi, giurava per la brassica. ESSANDRO. Alla loquela e all'abito mi pari un pedante. NARTICOFORO. Non aedepol, non Hercle, non certo, non son unquanco....

E l'onestá ne' letterati è un altro lapis philosophorum, che trovasi, è vero, qualche volta, ma tanto di rado, che pe' galantuomini è proprio una solennitá il in cui giungono a raffigurarla. Dopo questo lungo preambolo, fattovi ingozzare so io perché, eccovi, buoni lettori, quel che dice il signor Sismondi per rispetto a Dante.

Assai d'oro forniti e gemme carichi, di Faraon scampiam omai la furia; men gravi paran i rammarichi e pene che ci dava l'empia curia, che nel deserto alcun de noi prevarichi, dicendo in faccia a Móse questa ingiuria: Mancaron entro Egitto forse i tumuli, ché morir noi per queste valli accumuli? Spoliant Aegyptum qui e libris philosophorum eloquentia tantum eligunt.

Notizie di alternative incessanti di scrocconerie e di accuse, di ricchezze e di miserie, di trionfi e di cadute, di truffe e di guadagni, giungevano per via dei giornali esteri e di qualche viaggiatore in Palermo. Si raccontava dell’arte sua di convertire il mercurio in argento, d’indovinare i numeri del lotto, di possedere il lapis philosophorum. Si parlava dei suoi titoli, ora di Marchese Pellegrini (da lui gi

Per entro a quel libro domina una perpetua libertá d'animo, una schietta ricerca del vero, un sentimento letterario cosí nobile, che, volere o non volere, all'uomo onesto è forza aver simpatia con chiunque verso il signor Sismondi eccedesse anche un pochetto nelle lodi. L'assoluta perfezione ne' libri è come il lapis philosophorum. Studia, studia; cercalo, cercalo: nol trovi mai.

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