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Aggiornato: 28 giugno 2025
Ma niuna altra cagione me ne caverá fuori, né figli né padri né anco per me stesso. Mai parea che finisse il viaggio, sempre ne restava a far piú del fatto. Le gambe ne han patito la penitenza. Mi vedo gionto a casa e nol posso credere, né men che sia vivo, ma che qui sia gionto lo spirito mio. Ma chi è costui che vien in qua? certo è Pardo, mio antico amico. O, ben, che ho da trattar con lui.
Allor non più di minaccevol canto L'aer turbava sanguinosa tromba, Ma con pensier di penitenza e pianto Tutti adorar la sacrosanta tomba. Sì vinser quegli Eroi, del cui gran vanto Sì chiara la memoria anco rimbomba; Ma pure Europa neghittosa or gode In gran letargo e 'l rimbombar non ode.
CONSTANZA. Quel che la conscienza mi sforza a dire. ATTILIO. Cleria è mia sorella? CONSTANZA. Cosí tua sorella, come io tua madre: conceputi d'un istesso seme, portati nove mesi e partoriti dal medesimo ventre mio. ATTILIO. O crudeli effetti di fortuna, o essempi di somma infelicitá, o infelice versaglio di compassione! e qual penitenza emenderá il mio fallo?
Da quell'istante i piaceri della vita gli sono in odio; la mente sua è stravolta; non dice parola che non sia un delirio; chiama col nome di Sacontala qualsiasi donna gli venga innanzi; e per lo piú siede vergognoso, col capo sulle ginocchia. Entra Dushmanta vestito a penitenza. Ogni parola sua è l'emanazione del dolore. I circostanti s'industriano di sviarlo dal suo pensiero affannoso.
¹ Passavanti, Specchio della Vera Penitenza. Il fanciullo alzò gli occhi, e peritoso si pose a guardarla. «Va, Manfredino;» insisteva la nobile Elena «hai tu forse paura?» Andò con franco passo il fanciullo alla tavola su la quale stavano diversi strumenti, tolse il liuto, e porgendolo alla Regina parlò: «Ecco, mamma, il liuto.» «Gran mercè, figliuol mio,»
Lei è un grand'uomo, signor commendatore; rispose il signor Prospero. Sì, me lo lasci dire, un grand'uomo. Se non era Lei, mi toccava ancora Dio sa quanto di penitenza nel deserto. Non gi
Filocrate, cognosciuto il suo errore, esce vestito di sacco predicando ed, in penitenza del suo fallo, dilibera andare a San Iacopo di Galizia; ed è da Pilastrino e Fileno beffato e straziato. FILOCRATE vestito di sacco, PILASTRINO, FILENO. FILOCRATE. Troppo tardi, lasso! sí grande errore ho cognosciuto.
Ma no, partire piuttosto, per sempre, in mare, in capo al mondo, come voleva sua madre. Anche questa del partire però sarebbe stata una bella penitenza. E sospirò: era proprio disgraziato. Intanto bisognava tornare a casa; non c'era verso, bisognava tornare a casa e spiegarsi con Cammilla. L'aveva ingannata, doveva disingannarla. Che cosa le avrebbe detto?
Chi dirá di Rugger la penitenza, avendo una sorella come questa, che si potea chiamar la violenza, prodiga in una forma disonesta; ed una moglie, ch'era l'astinenza, che in tutto pel rovescio avea la testa, sendo la casa sua sempre in litigi e il tema delle lingue di Parigi?
Io non posso che ringraziarla lei e anche la zia... ma da quell'uomo non voglio più accettar nulla, è tempo che io mi guadagni il mio pane. Mi vergogno di aver mangiato quello del signor Angelo.... Oh quanto a lui, saltò su a dire la Mansueta ch'era presente, quanto a lui, ha fatto il peccato è giusto che faccia la penitenza. Mansueta, l'interruppe don Luigi in tono di dolce rimprovero.
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