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LÚCIA. Io sono, in queste cose, nata troppo infelice e disgraziata. E però mi risolvo sempre mai, quanto potrò, fuggirle perché insieme fuggirò quei travagli e quelle pene che fanno altrui morire innanzi al tempo. Io l'ho provato e cognosco oramai quel ch'è 'l cervel d'uno uomo. ARTEMONA. Tu mi strazi.

Poi, ai primi soffi della primavera, tornarono al Sasso. Il bambino deperiva lentamente, diventava cereo, colle mani crespe, senza più voglia di camminare. Margherita, quando era sola con lui, doveva soffrire mille pene per fargli muovere qualche passo sul prato; ma, se Bice sopravveniva, lo ripigliava subito in braccio, e se ne andava dondolandolo guardingamente.

Sospiro di sollievo o di disperazione? Aldo ne era incerto. Dunque ora avranno fine le tue pene, Nancy mia. Ho gi

Bitto, oramai vecchio decrepito, trascinandosi lentamente ai piedi dell'antica sua amica, che vedeva immersa nel dolore, le posò il muso sui ginocchi, e guardandola con occhio pietoso, pareva le dicesse: divido le tue pene.

Quella giornata mi parve un lungo periodo di secoli, ogni minuto durava un anno, un anno di pensieri, di sogni, di progetti, d'entusiasmo e di pene! Guardavo l'orologio, e pensavo: forse ella sar

Descrizione di Adua. Squallore. Visita al governatore. Una seduta di tribunale. Pene diverse. La cattedrale di Adua. Industrie abissinesi. Il mercato. I regali al governatore. Un abissino che parla l'italiano. Considerazioni sulla guerra di Teodoro. Seconda campagna contro gli Egiziani. Chirurgia abissinese.

Perché giá ha avilito nella mente sua se medesimo con odio e rimproverio di , non pare che si possa saziare delle pene, non mancandoli la speranza la providenzia mia, ma con fede e con la chiave de l'obbedienzia passa per questo mare tempestoso nella navicella de l'ordine; e cosí è abitatore della cella, fuggendovi l'ozio, come decto è.

2 Or vedi quel ch'a Pinabello avviene per essersi portato iniquamente: è giunto in somma alle dovute pene, dovute e giuste alla sua ingiusta mente. E Dio, che le più volte non sostiene veder patire a torto uno innocente, salvò la donna; e salver

Eccolo appena metter piede nel bosco; eccolo vibrare una sola saetta; ecco disperse tutte le nostre calamitá. Esce Dushmanta. Ha l'aspetto d'uomo travagliato dalla passione d'amore. Esprime in un lungo soliloquio le pene dell'anima sua: ... Ah! per me non v'è pace, salvo che nel rivedere l'amica mia.

Unde sente intollerabile dolore quando gli vede dilongare dalla mia bontá; e so' grandi queste pene, che ogni altra pena fanno diminuire e venire meno in lei, che niente l'apprezza se non come non fusse egli che ricevesse. Io gli proveggo. Con che?