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Aggiornato: 9 maggio 2025


CAPPIO. Ecco i piccioni, polli, capponi e porchette, spiedi di fegatelli, pasticci e l'altre manifatture. GIACOMINO. O che sia tu benedetto, che con prestezza e diligenza hai avanzata la necessitá. CAPPIO. Me l'ho fatti prestar da un'altra taberna, pagandoli quello che si consumerá; e l'aremo in un tempo arrosti e allessi caldi caldi.

Quell'ottimo Vigliani, sempre così affaccendato, che inventariava tutto il mondo e che aveva in mano i patrimoni di mezza Milano, sapeva de' suoi pasticci colla banca Kloss?... Ad ogni modo come seccava al duca di doverglielo confessare, lui, direttamente, dandogli l'incarico di provvedere e di regolare quelle scadenze!

E voi, facchini, che scaricate i carretti degli ortolani tra i cavolifiori fradici, bocche selvagge di latrine!... Voi, che v'aggirate intorno ai macelli nel fetore tagliente delle concerie.... Voi che disputate ai cani i grandi pasticci fumanti d'immondizie, incensieri venerabili dei mercati, il cui vapore pervertisce l'aurora.... Voi che raccattate preziosamente questi tesori: detriti di carne, buccie di legumi, teste appassionate di pesci che rivivranno, in bouillabaisses tonanti, nei vostri stomachi-cloache....

Il pubblico ha diritto di sapere di che genere furono le compromissioni del Bonforti e del Ghirlanda! gridavano gli uni. L'inchiesta non deve arrestarsi alla soglia dei palazzi prefettizi! gridavano altri. E altri ancora: E neppure deve arrestarsi dinanzi alla sagrestia e alla Curia! Fuori tutti i pasticci della fabbricceria di Castellanzo col Fontanella!

Sebbene i brogli e i pasticci della Cisalpina fossero imputabili soltanto a Matteo Cantasirena e al Fontanella e questi due soltanto ne avrebbero dovuto rispondere, non erano però essi soli i più atterriti dall'idea di uno scandalo, di un processo. Dal più al meno lo temevano tutti, anche le vittime; i danneggiati, gli sfruttati, come gli sfruttatori.

Il ragazzo però crebbe adolescente, l'adolescente si fe' giovane, ed il paggio passò a scudiero. Un matto cappellano, che fabbricava versi come il cuciniere i pasticci a torre, si aveva tolta la pena di ficcargli nel cranio alcun buon migliaio di frasi latine, e gl'insegnava la gramatica, la teologia, la geometria.

Ehi, dico, messer Giacomino, vi prego, non mi fate pasticci! andava gridando l'ostiere. Che diamine! ci ha il fuoco alle calcagna. E perchè mo'? Quella notizia l'ha messo fuori dei gangheri. Egli forse.... cotto di madonna Nicolosina? Eh, non mi farebbe meraviglia; la donna è un certo guaio! Quando t'ha fatto perdere il lume degli occhi, non badi più se la è imperatrice o villana. Orvia, se la è così, un bel malanno l'ho fatto! Ma gi

LECCARDO.... Ivi eran mandre di vitelle, some di capponi impastati, monti di cacio parmigiano, il vino uh! a diluvio.... DON FLAMINIO. Vorrei saper con chi è maritata. LECCARDO. Bisogna vi si dica il tutto per ordine. ... Lascio i pastoni, i pasticci, i galli d'India.... DON FLAMINIO. Piccioni e simili: basta su. LECCARDO. Non vi erano piccioni altrimenti.

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